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Posts Tagged ‘petrolio’

Previsione mondiale di petrolio, febbraio 2008

17 Febbraio 2008 Nessun commento

Previsione mondiale di petrolio, Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti inclusi Aggiornamento a febbraio 2008

Pappagallo

Panem tamquam cenerem manducabant. Giordano Bruno

Sintesi

1 La produzione totale di liquidi (Graf 1) resta su un plateau di picco dal 2006 e si prevede una discesa dal picco nel 2009. Un numero crescente di esperti di petrolio prevedono dei plateaux di picco produttivo per il futuro. Secondo l’Agenzia Mondiale dell’Energia (IEA), il picco di produzione (“record” in vigore) è di 87.2 milioni di barili al giorno, registrato a gennaio 2008. Fino a quando la domanda continua a crescere anche i prezzi lo faranno.

2 Le previsioni per la produzione di greggio e condensati (C&C) mantengono il picco del 2005 (Graf 2). Le previsioni al 2100 mostrano un declino della produzione di C&C secondo un metodo bottom-up che copre dal 2008 al 2012 (Graf 3). La previsione mostra un leggero declino dal 2009, seguito da un tasso di decrescita del 3% l’anno dal 2012.

3 Il tasso mondiale di giacimenti scoperti ha avuto il suo picco nel 1965 (Graf 4) e la produzione ha superato le scoperte ogni anno dalla metà degli anni ’80. Il tasso di scoperta dei mega-giacimenti ha raggiunto il picco nella metà degli anni ’60 (Graf 5). Il lasso di tempo intercorso tra il picco delle scoperte nel 1965 e quello della produzione di petrolio del 2005 di 40 anni è simile ai 42 anni intercorsi negli USA Lower 48 (Graf 6), nell’analisi di Campbell.

4 Le revisioni della produzione mondiale di C&C per ottobre e novembre 2007 (Graf 7 ed 8) mostrano un declino significativo per Messico, Mare del Nord e l’Arabia Saudita ed un aumento significativo per Russia, Azerbaijan ed Angola. Poichè la Russia appare su un plateau di produzione e l’Arabia Saudita, il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti hanno probabilmente il picco produttivo, la produzione mondiale di C&C continuerà lentamente a scendere.

5 L’Arabia Saudita mantiene il picco del 2005 per C&C (Graf 10), riflettendo il picco mondiale (Graf 2). La produzione Saudita di C&C è scesa a 9,0 mbg, 0,6 mbg in meno dei 9,6 mbd del 2005 (Grafs 9 e 10).

6 Il Kuwait mantiene il suo picco minore del 2006 nel C&C (Graf 12). La produzione di C&C del Kuwait è oggi scesa a 2,5 mbg, meno che nel 2006. Esiste una forte probabilità che il Kuwait abbia passato il suo picco minore del 2006 peak (Graf 11 e 12). Il picco maggiore del Kuwait è stato 3,3 mbg nel 1972.

7 Gli Emirati Arabi Uniti mantengono il picco del 2006 per C&C (Graf 14). La produzione di C&C degli Emirati Arabi Uniti è scesa a 2,6 mbd, aggiustando i dati per la manutenzione, appena inferiore al picco del 2006. Esiste una forte probabilità che gli Emirati abbiano passato il picco nel 2006 (Grafs 13 e 14).

8 Per la produzione mondiale di gas naturale liquidi da raffinazione si prevede un incremento dovuto ai nuovi progetti in area OPEC (Graf 15). La produzione mondiale di etanolo ed altri liquidi (XTL) dovrebbe raddoppiare nel 2012 (Graf 16). Per i guadagni della raffinazione si previsti un declino a partire dal 2012 (Graf 17).

Via The Oil Drum.

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Crude Oil – the Supply Outlook

22 Ottobre 2007 Nessun commento

penzoil

I mari possono sommergere, ma gli uomini di carattere resteranno fermi come la riva, Tirukkural

E’ uscito oggi il rapporto della Ludwig-Bolkow-Systemtechnik GmbH per Energy Watch Group sulla produzione mondiale di greggio. Peak oil is Now!

  1. Il picco della produzione è stato raggiunto nel 2006, (vedi post Il secolo delle radici di Baktiari del 26 aprile);
  2. La produzione si dimezza entro il 2030 (al contrario delle previsioni IEA, secondo le quali inizia solo allora).

Se risulterà vero potremo dire che Bernabé nel 1998 aveva stra-ragione…ed anche Campbell! (The end of cheap oil, su Scientific American)

“My forecast is that between 2000 and 2005 the world will be reaching peak production from our known fields, and after that, output will decline.” But demand will keep growing, slowly but inexorably.

Il report Crude Oil The Supply Outlook (pdf 101 pagg).

Vedi sintesi sul Guardian e l’entusiasmo su Petrolio.

Via Energy Crisis.

AGGIORNAMENTO
L’intervista di Franco Bernabé sulla Forbes del 1998, grazie a Frank Galvagno.

Le buone notizie del 26 luglio

26 Luglio 2007 Nessun commento

La relazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas

L’anno 2006 è stato il quarto anno di crescita del prezzo del greggio con una triplicazione delle quotazioni che sono passate da valori attorno a 25 $/barile negli ultimi mesi del 2002 a valori superiori a 75 $/barile per i greggi più pregiati nell’estate del 2006 (Fig. 1.1, punto rosso dell’autore, fonte EIA).

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BP e Shell parlano di fusione

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La notizia è riportata da Seeking Alpha e dal Times of London oggi: BP e Shell avrebbero avviato dei colloqui in merito ad una possibile fusione che genererebbe un gigante da 250 miliardi di UK£ (350 miliardi di €). Ne parlava già Borsainside il 18 maggio..

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Da dove verrà l’idrogeno 02

Il report “Da dove verrà l’idrogeno” (in tedesco) della Ludwig Bölkow Systemtechnik GmbH (LBST) inizia fornendo un’ampia sintesi sui principali scenari di petrolio, gas e carbone.

La situazione del petrolio secondo gli Outlook dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) mostra una chiarissima divergenza tra domanda e produzione; il divario è talmente evidente che la domanda giusta da porsi è: “Da dove verrà il petrolio?”


Nel rapporto si afferma, in modo abbastanza perentorio:

La ricerca di un’infrastruttura sostenibile per l’offerta di energia non può attendere oltre. Esiste una crescente preoccupazione che non rimanga tempo per assicurare una transizione dolce verso un mondo senza le energie fossili

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I consumi energetici dell’esercito americano

22 Maggio 2007 Nessun commento

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Foto da Fotocommunity

Energy bulletin pubblica un interessante articolo di Sohbet Karbuz sui consumi del settore militare statunitense in 15 punti.

Secondo il proverbio, i fatti sono molti ma la verità è una. La verità è che i militari degli Stati Uniti sono il più grande consumatore di energia nel mondo. Ma l’uomo saggio dice: “non confondere i fatti con la realtà” e la realtà è che neppure il Ministero della Difesa Americano (DoD) conosce precisamente dove e quanta energia consuma.

Questo è il Fatto Zero.

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Picco del petrolio ed economia dell’idrogeno

14 Marzo 2007 7 commenti

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Foto da Fotocommunity

Sintetizzando molto, in questi ultimi giorni ho cercato di seguire sia gli aggiornamenti sul picco del petrolio, che quella che ritengo la sua soluzione: l’idrogeno.

Picco del petrolio

Riguardo al picco del petrolio, i riflettori si sono accesi sulla conferenza di ASPO Italia, un evento importante per oratori e presentazioni, in primis Bakhtiari (vedi post), oltre a Luca Mercalli, che ha parlato della realtà dei cambiamenti climatici (video, da PetrolioBlogosfere).

Passando dal picco alle soluzioni, il “dopo”, si entra nel terreno dell’incertezza, di progetti dentro laboratori, soluzioni innovative ma non “certificate” ecc.

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Transition 1 – L’arrivo del picco del petrolio

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Foto da fotocommunity

Che gli uccelli dell’ansia e della preoccupazione volino sulla vostra testa, non potete impedirlo; ma potete evitare che costruiscano un nido. Proverbio Cinese

Interessante puntata di Che tempo che fa ieri 11 marzo: Luca Mercalli ci ha segnalato il contributo di Ali Morteza Samsam Bakhtiari, ex senior adviser della National Iranian Oil Company (NIOC) al Convegno ASPO Italia-1. Bakhtiari è un’autorità in materia di geopolitica del petrolio. Il suo modello di simulazione (WOCAP) si è rivelato il più accurato esistente nel prevedere l’andamento della produzione petrolifera mondiale.

In un recente post avevo menzionato i recenti studi sulla capacità produttiva dell’Arabia Saudita e il contributo del Dr. Bakhtiari fornisce una solida conferma del cambiamento in corso: c’è un Day after Tomorrow del Greggio!

Il 2006 è stato l’anno del picco anche per il mega-giacimento di Ghawar…ed il generale declino dell’8%/anno delle capacità saudite.
PetrolioBlog ci da un resoconto dell’intervento; Ecoalfabeta ci propone un video della conferenza e RadioRadicale l’integrale radio.

Il suo pensiero è riassunto in una recente intervista.

Un tuffo nel deserto Saudita

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L’autorevole The Oil Drum propone una importante analisi sulla produzione petrolifera dell’Arabia Saudita. Con dati molto freschi, o “caldi” secondo i punti di vista, Stuart Staniford sostiene che dalla fine del 2004 il paese è entrato nella fase di declino della produzione di petrolio e non può più svolgere la funzione di regolatore del mercato (“swing producer”). Tale ruolo è stato evidente dal 2002, in una fase in cui le economie, in crescita dopo la crisi del 2001, hanno aumentato la domanda di petrolio.

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A chi giova la defezione di Bush sul tema ambientale di George Monbiot

14 Febbraio 2007 1 commento

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foto da Fotocommunity

da The Guardian
Con la defezione di Bush, le società del petrolio e del carbone stanno facendo di tutto eccetto l’unica cosa che sarebbe davvero fondamentale: adoperarsi per una riduzione dei consumi energetici

George Bush propone di affrontare il problema del cambiamento climatico servendosi di fumo e specchi. La novità sta nel fatto che non si tratta più di una semplice metafora. Dopo sei anni di mistificazioni e smentite, gli Stati Uniti insistono ora sulla necessità di trovare modi efficaci di controllare i raggi del sole che arrivano sulla Terra. Ciò significa lanciare in orbita enormi specchi o immettere nuvole di piccole particelle nell’atmosfera.

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Capire “quanto” – I Consumi di Petrolio nel 2006

27 Gennaio 2007 Nessun commento

CMO

Immagine da The Oil Drum.

L’anno scorso, il mondo ha prodotto circa 26.86 Gigabarili di petrolio greggio + del condensato o 1.02 miglia cubiche. L’immagine sopra dà un’idea della scala di un cubic mile of oil o CMO confrontato alla torre Eiffel.

Le unità di misura del petrolio sono particolari, si parla di volumi ed energia, raramente chili. Tipicamente, vengono usati i barili (bbl), mentre i numeri, ma sarebbe meglio dire le quantità dell’economia, del petrolio, divengono impercettibili perche giganteschi. I consumi annuali, ad esempio, si misurano in miliardi di barili (Gigabbl), TEP’s o Quads.

Recentemente, un certo numero di esperti hanno constatato che globalmente si consuma proprio 1 miglio cubico di petrolio l’anno, per questo Harry Goldstein e William Sweet hanno proposto come unità di misura il Miglio Cubico di Petrolio (Cubic Miles of Oil o CMO), se ne deduce che:

1 CMO= 4.17 kilometri cubici = 26.22 Gigabbl (1 barile = 42 galloni = 158,987294928 litri).

Ed Kinderman e Hewitt Crane, in procinto di pubblicare un libro per la Oxford University Press sull’idea di normalizzare tutte le unità di energia sul miglio cubico, hanno pensato di paragonare il montante consumato nel 2006 con le altre forme di energia al fine di rendere tangibile come e quanto sia necessario diversificare. La figura in basso converte il petrolio consumato nel 2006 con altre forme di energia in funzionamento per 50 anni.
compara

Ipotesi : La diga delle tre gole ha una potenza di 18 gigawatts. Una centrale nucleare è solitamente da 1.1-GW. Una centrale a carbone è valutata 500 megawatt. Una turbina eolica con pale da 100 metri di diametro e valutato a 1.65 Mw. Un pannello solare per i tetti domestici equivale a 2.1kilowatt. Nel confrontare le categorie, bisogna considerare che il tempo medio di alimentazione prodotta varia (le rinnovabili sono tipicamente discontinue), di modo che l’energia totale ottenuta non è una semplice funzione della potenza dichiarata.

da Spectrum IEEE OnLine

Il rapporto dello Study Group di James Baker

7 Dicembre 2006 Nessun commento

Flag

E uscito il rapporto della Commissione Baker sull’Iraq (IRAQ STUDY GROUP REPORT), ecco l’inizio di un capitolo che si intitola “Petrolio”….
[pag 83]
5 il settore petrolifero [The Oil Sector]
Poiche il successo del settore petrolifero è cruciale per il successo dell’economia irachena, gli Stati Uniti devono fare il possibile per aiutare l’Iraq a massimizzare la propria capacità produttiva.
L’Iraq, un paese con un potenziale petrolifero promettente, può tornare a produrre, dai pozzi esistenti, da 3 a 3.5 milioni di barili al giorno per un periodo dai 3 ai 5 anni, a seconda dell’evoluzione nei giacimenti-chiave.

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