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Posts Tagged ‘particolato’

Tubeconomics

12 Settembre 2017 2 commenti

Invito notturno – Canto Algokin
Vieni, amore mio, saliamo insieme il fianco ripido della montagna,
Da lì guarderemo il tramonto e parleremo di foglie che cadono.

Viviamo un immaginario dominato da due culture-tecniche “costringenti”.

La prima è quella degli ingegneri che hanno messo in un tubo qualsiasi processo; inizialmente per inquadrarlo e studiarlo, poi per controllarlo, misurarlo e limitarlo.

In questi giorni si è passati dalla siccità record alle pioggie record. E si piangono i morti di Livorno.

“Fiumi” di parole

Dissesto idrogeologico, alvei, bacini d’espansione, consumo di suolo, … Sembra si tratti di 12.000 km di fiumi tombati. Fiumi murati sotto terra, non sotterranei. Fiumi che esondano per dighe di bottigliette d’acqua!

Nell’articolo di Roberto Giovannini si narra la storia di questo processo di cementificazione:

“Per due secoli nelle Università si è insegnato che un fiume è un semplice collettore. Un «tubo» che si può trasformare in qualcosa d’altro usando cemento e buoni calcoli. La dinamica naturale di un fiume – che da sempre «vive» passando per fasi di magra e di espansione, ma anche di esondazione – è stata cancellata attraverso l’ingegneria.”

…e i fiumi – letteralmente –  non ci stanno!!
Si tratta di riflessioni ripetute nel tempo che 10 anni fa mi facevano scendere “solo” fino ai tombini otturati di Roma, senza approfondire l’orizzonte delle acque nella loro vastità, bellezza e complessità…

Ne La stagione delle piogge Giorgio Nebbia propone l’istituzione di un Servizio Idrogeologico Nazionale che

tenga sotto continuo controllo lo stato dei corsi dei fiumi, proceda alla pulizia e manutenzione di tutte le strade percorse dall’acqua nel suo moto verso il mare, dei fossi, dei torrenti e dei fiumi maggiori al fine di rimuovere gli ostacoli incontrati dalle acque e di tenere aperte le vie naturali del loro scorrimento, predisponga la liberazione dei fiumi e canali che sono stati “intubati” e coperti per guadagnare spazio per strade e edifici. Quando un flusso più intenso di acqua incontra queste prigioni artificiali, l’acqua “si arrabbia” e torna violentemente in superficie e porta distruzione e morte.

…trovare dei laureati che accettino di camminare lungo i torrenti e i canali, di controllare e identificare gli ostacoli al moto delle acque, di pulire i tombini nelle città, ma ci sarà pur gente che ha voglia di farlo considerando che questo servizio è il più importante…

In Italia serve il coraggio di dire: “tutti i corsi d’acqua devono tornare balneabili e potabili”.

E’ necessario AZZERARE l’inquinamento di laghi, fiumi e torrenti, usando la tecnologia per scovare e multare inesorabilmente i criminali inquinatori.

Il tubo in superficie

Al primo giorno di scuola dei miei figli ho visto il tubo delle strade di Roma: code di auto in ogni strada. Strade sfasciate, marciapiedi-sfasciapiedi, pali storti, muri lerci, gradini obliqui…

Lo spazio umano costretto dalla pianificazione degli ingegneri della mobilità a rigagnoli dove strisciare, rasenti i muri.

Si attraversa ringraziando l’auto che ti lascia passare sulle strisce, roba da matti!!

Semplificando,

si mette il fiume che passa in una città costruita dopo di lui in un tubo d’acqua SOTTO. Questo per fare delle strade-tubi SOPRA in cui mettere tante gabbiette di metallo che rilanciano l’economia in cui imprigionarci e soffocarci (vedi anche un virus chiamato auto). Questo crea parecchie insostenibilità, la prima è

  • l’inefficenza della filiera asfalto-gomma-petrolio-motore a scoppio dell’auto,
  • rispetto a ferro-elettricità-motore elettrico di tram e treni, o
  • proteine-gomma (larga 2cm) delle bici.

Come per l’acqua che trova il tombino intasato o il fiume tombato, anche l’auto trova sempre un tappo. Questione di flusso. Ed eccoci tutti lì…alla fine del tunnel, all’imbocco dello stesso, dopo la superstrada c’è sempre quel bel semaforo con tanti cartelloni pubblicitari (talvolta anche sessisti)…

o al meglio la rotatoria. A proposito, Il traffico è un gas?

Così le ore, gli anni, vengono passati a ritmo di conato.

Fermi col motore acceso,

creando PIL saudita…

Che ritornerà globalmente investito in armi, alcol, altre auto e droga.

Il tubo concettuale degli economisti

Ai tubi urbani sia di superficie che del sottosuolo degli ingegneri nelle città se ne aggiunge uno metafisico degli economisti. Una categoria di filosofi del potere che adora le scienze fisiche e, nel corso degli ultimi 150 anni, si è specializzata all’applicazione dell’esattezza, sia fisica che ingegneristica, ai processi sociali ed economici, prodotti da umani poco controllabili e mal osservabili.

Un esempio è stato pensare che l’energia non fosse un fattore di produzione essenziale nel processo economico.

Per questi fenomeni di scienziati i fenomeni umani e i processi economici sono incanalabili (intubabili?) in un’equazione. Complesse dinamiche demografiche, ecologiche e, ovviamente, sociali sono rappresentabili come un orologio meccanico. Il sistema economico “funziona” anche in modo reversibile, oltre che controllabile. Come una clessidra.

Ignari della meccanica quantistica (superamento della fisica newtoniana) rifiutano il concetto di freccia del tempo, metafora di ciò che è caratterizzato da irreversibilità (ad es. la vita o l’entropia) e “punti” nell’orgoglio hanno complicato il gioco. Inzeppando i modelli economici con matematica sempre più complessa, previsioni inverificabili e quasi sempre errate.

“Fattori esogeni” la giustificazione ex-post. Fino allo sparigliare il gioco con la finanza creativa del debito irripagabile.

Dal tubo alla ciambella

Oggi con l’economia della ciambella, ecologisti ottimisti anche WWF sembrano aver trovato la panacea per includere più variabili nell’arido calcolo degli economisti (cattivi! cattivi!). Poi tanti concetti dolci, tondi, olistici rassicurano, “devono” poter fare del bene…specialmente alle proprie coscienze.

Anche se non tutte le ciambelle vengno col…

o forse, come dice, con ironia Richard Toye “C’è un buco nel concetto”.

AGGIORNAMENTO Luca Pardi Com’é stretta questa ciambella.

3 proposte grafiche per rappresentare i processo economico

1) tubo 2) ciambella 3) sfera 3D

Il TUBO viene usato per controllare quello che non è prevedibile e fatturabile. Quindi lo spazio nelle città è stato tolto alle acque e ai pedoni per il passaggio di automobili, capaci di:

  • generare reddito per meccanici, petrolieri e venditori di auto, ma
  • sfasciando strade e i nostri propri corpi incidentati ed intossicati
  • liberando polveri di pneumatici, freni, carburanti ossidati, ed
  • imprigionando corpi vivi nella paralisi della quodidiana congestione, che
  • crea psicolabili da 1000 micro/macro-liti quotidiane nel traffico

L’auto costa molto più di quanto pensi e ti rende infelice

Tornando ai fiumi, che sono vivi, la prognosi è pessima, infatti:

L’Italia – spiega Bussettini – può essere paragonata a un paziente con gravi problemi circolatori cui si applica uno stent per far passare meglio il sangue dove le arterie sono più strette. L’unica cosa che si può fare veramente è tenerlo sotto controllo e vigilare

da La Stampa

 

L’Ultima Ode al Motore a Scoppio

 

 

Roma A.D. MMXVII 13/3 11 AM assisto ad una (ormai rara) Ode al Motore.

Read my lips: ICE is Beautiful

“Scendo dal Frecciarossa da Bologna, esco da Termini, prendo il motorino già affittato con l’app, salgo in sella, accendo, dò una bella sgasata che scioglie i quasi 30 cavalli di potenza e libertà e viaaa! Brum, bruuummm!

Libero, veloce, sfreccio per Piazza Esedra ed eccomi quì in un baleno al Ministero già dell’Industria. I 7 colli sono miei!

Quanti ricordi! La tesi di laurea nel 1985 col Prof. C., le interminabli riunioni del C.I.P. (soppresso nel 1993 NdR). Mi auguro venga ripristinato e soppressa l’AEEG!

Credetemi, il petrolio è indispensabile e lo sarà ancora per moltissimo tempo. Ha una densità di energia ed una comodità di trasporto unica, invidiabile!

Costa pochissimo, in Arabia Saudita costa 2$ al barile, ma è gravato da tasse enormi.

Ce n’è tantissimo ma è al centro di conflitti. Il prezzo non è prevedibile. Riscaldamento climatico? Non provato. Auto elettriche? Poca autonomia e poi tutti i camion e le merci vanno e andranno a diesel. Calo consumi benzina? L’alta velocità ha tolto molto traffico autostradale, sigh!

Andremo a petrolio ancora per molto tempo…”

Splendido!

Venti anni dopo aver provato a valutare le possibilità dell’auto a idrogeno (qui, pdf 69 p.) che oggi iniziano ad essere disponibili sul mercato (VIDEO) assisto all’arringa dotta ed appassionata di uno stenuo difensore di Olii Petra (DT è forse il maggior esperto di petrolio in Italia).

Rispetto e resisto al ribattere su quanto di vecchio, brutto, cattivo ed inefficiente il mondo petrolifero rappresenti. Quanto freni pace, eguaglianza e sviluppo. Quanto uccida! E mi trattengo dal ricordare che le linee guida OMS divenute (deboli) leggi UE che prevedono le centraline di monitoraggio, ribadiscano l’estema pericolosità di particolato fine ed altri composti…Studi di compagnie riassicurative che quantificano i danni dei cambiamenti climatici; le concrete possibilità offerte dalla mobilità su rotaia per medie, lunghe e lunghissime distanze, unite all’elettrico leggero (bici, cargobike, minicar, furgoni) in aree urbane. Mi taccio.

Intervengo su due punti non ideologici:

  • menzionando quanto fatto sulla Rete di Distribuzione Carburanti con un paper innovativo che presenta con un Kernel 3D come vi sia diversità tra prezzi delle pompe bianche e delle majors;
  • ricordando quanto, causa la crisi sia economica che demografica, i giovani non possiedono auto o la usano poco causa alta disoccupazione, mentre i nonni guidano poco in quanto pensionati (Crisi auto e demografia).

Tuttavia, la testimonianza non è su questo. Rileva del percorso decisionale in materia di sviluppo e gestione della rete di distribuzione dei carburanti per autotrazione. Un dialogo tra accademia, industria petrolifera e pubblica amministrazione che si è svolto quì negli ultimi 50 anni.

Il modo in cui l’energia fossile è stata introdotta, incentivata, tassata, gestita mi sembra ascrivibile ad una rappresentazione. I saggi sono i geologi, i filosofi sono gli economisti, i principi vengono impersonati da Ministri e Direttori Generali, mentre gli Operai sono i Petrolieri.

The show must go on.

La “macchina” deve funzionare.

Il paese deve ripartire.

Clap clap.

Ciao Jeff. Come dicevi?

Il mio obiettivo, sin dall’inizio, era di rimpiazzare il motore a scoppio, proprio nel senso di toglierlo dalle strade…

…quel pensiero in 60 pagine è ancora vivo Lezioni sull’Energia.

Nelle città dell’uomo bianco non c’è un posto tranquillo, un posto dove ascoltare le foglie che si dischiudono in primavera e il frinire delle ali di un insetto.

Ancora sull’inquinamento da pneumatici

Continuano i progressi della ricerca sulla pericolosissima polvere dei pneumatici. Non si tratta infatti di un inquinante ma di una miscela di sostanze che derivano dall’usura delle ruote sull’asfalto (pensa alle sgommate dei cretini).

Uno studio dell’Università di Stoccolma, pubblicato su Environmental Science & Technology trova che i pneumatici sono una fonte, fino ad ora sconosciuta, di dibenzopireni, un idrocarburo policiclico aromatico (PAH) dall’elevato peso molecolare altamente cancerogeno.

Il colpevole pare siano gli olii aromatici (HA) usati nella fabbricazione che contengono il 10/20% di PAH. Esistono oltre 100 tipi di PAH e la loro composizione non è conosciuta (vedi report EPA sotto).

In Europa l’uso degli HA è strettamente regolato dalla direttiva UE 2005/69/EC proprio per eliminare i PAH. Un altro elemento che contiene PAH nei pneumatici è il nero di carbone. che potebbe diventare la prima sorgente di PAH in seguito al bando degli oli aromatici (HA).

Gli autori sottilineano l’importanza dell‘inquinamento non proveniente dallo scarico delle auto:

  • freni
  • pneumatici
  • asfalto

Questo inquinamento, secondo i loro modelli, rappresenta il 50-85% del PM10 da traffico!

Gli autori ritengono inoltre che la polvere da pneumatici abbia una distribuzione bimodale in volume che ripartisce oltre il 90% – in peso – in PM con diametro <1μ (=piccolissimo) mentre la parte rimanente in PM>10μ. Questo implica che:

  • una parte significativa può depositarsi in profondità nel sistema respiratorio
  • le particelle vengono trasportate lontano dal luogo di emissione.

Insomma, i pneumatici potrebbero essere un nuovo amianto!

Risorse | Sadiktsis et al – Automobile Tires Potential Source of Highly Carcinogenic 2012

Il crollo delle città (e la rinascita possibile)

20 Ottobre 2010 Nessun commento

Foto | Flavio Petrini

Finalmente e riflettendo la realtà Ecosistema urbano abbassa le grandi città nel ranking di sostenibilità (vedi Repubblica ed Ecoblog). La tabella presenta i crolli di Roma (-13 posizioni), Milano (-17), Palermo (-11). Prima grande è Genova, 32a, che scende di 10 posizioni.

Conoscendo le variabili che determinano la sostenibilità (PM-10, Acqua potabile, Perdite rete idrica, Capacità di depurazione, Produzione di rifiuti, Raccolta differenziata, Trasporto pubblico, Tasso di motorizzazione, Isole pedonali, Zone a traffico limitato, Piste ciclabili, Verde urbano, Consumi di carburanti, Consumi elettrici domestici, Politiche energetiche), chi negherebbe che le grandi città italiane sono dei mostri ambientali.

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L’aria delle città italiane: velenosa e mortifera

28 Giugno 2010 1 commento

Delle bruttissime statistiche sulla qualità dell’aria nelle città italiane sono apparse nei giorni scorsi.

La fonte è l’Istat (Qualità dell’aria nelle città europee), non è accusabile di parzialità politica; ho fatto un grafico:

Lo studio Nomisma sulla mortalità dovuta al particolato vede Roma “al top” con 1500 morti l’anno per l’inquiamento.

…cui l’Assessore all’Ambiente – Andrea De Priamo – ha prontamente replicato:

Sono dati del 2008, c’era la giunta Veltroni, i dati 2010 sono nettamente migliori, ecc.

Dimenticando che quest’anno è piovuto moltissimo !

Il sovraffolamento veicolare italiano, qualche numero

22 Luglio 2009 Nessun commento

Una sola cosa importa: imparare ad essere perdenti. Emile Cioran

Record di auto sulle strade, di Ronchetti e Dirani
Autopromotec: nell’area (Centro Nord) 62 vetture ogni 100 abitanti – Umbria seconda in Italia con il Lazio
Il Centro-Nord è avanti nella classifica della densità di automobili in rapporto alla popolazione (62 ogni abitanti), posizionandosi al di sopra della media nazionale (inferiore di due unità). Ma la crescita delle vetture nell’area è rimasta stabile a fronte di un aumento medio di tre auto nella Penisola dal 2008. Cresce meno della media italiana (di un punto percentuale) anche il parco circolante nelle regioni: +8% a 6,5 milioni di vetture. Lo rivela un’indagine di Autopromotec che ha elaborato i dati Istat.

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Gli inquinamenti sconosciuti che L’OdR vuol far vedere

8 Luglio 2008 1 commento

I think I can

Foto da Fotocommunity

Tra i criteri primari di scelta delle notizie da dare, mi è sempre piaciuto parlare di quei fenomeni che sono meno conosciuti o vengono meglio nascosti, magari perché difficilmente misurabili.

Esempi sono l’inquinamento generato dallo sbriciolamento dei pneumatici, ed i danni delle particelle ultrafini (sotto il micron). Altrove si è parlato della necessità di cambiare le macchine (e gli standard) di misurazione, al fine di andare nel più piccolo, dato che le piccole particelle entrano a danneggiare la cellula, ma anche un posto privilegiato spetta anche all’inquinamento acustico, che, oggi si sa, fa dei danni mostruosi!

Troviamo dunque di particolare interesse, la ricerca che tratta delle emissioni nascoste delle marmitte catalitiche (fonte: DG Environment UE): le emissioni delle auto, infatti, dipenderebbero in gran parte dallo stile di guida e dalla performance della marmitta. Un fatto importante che non viene considerato nella determinazione dei limiti di emissioni della legislazione europea.

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Industria Auto – Fallimento annunciato

6 Settembre 2007 Nessun commento

nubia
Foto: Eskaleh

Arriva ufficialmente la notizia: le auto non rispettano i parametri di riduzione delle emissioni. Sempre più pesanti, veloci, ferme nel traffico…

I tagli alle emissioni dei motori auto sono ridicoli, da EcoBlog

Car industry progress on climate grinds to a halt, da European Federation for Transport and Environment

Reducing CO2 Emissions from new cars (pdf)

No comment…anzi ricordo le “mani avanti” dell’industria in

oltre ai post del 27 febbraio, e del 13 dicembre 2006

Approfondimenti

Lo stato delle cose sull’inquinamento da PM, parla Bertollini

statocose

Spesso non c’è nulla da dire da parte del blogger…se non ri-dire “lo avevamo detto“…qui.
L’intervista di Paolo Hutter e Federico Vozza a Roberto Bertollini dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Dottor Bertollini, recentemente, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente, l’Oms ha organizzato una conferenza in cui sono state presentate le stime sulla mortalità italiana per Pm10. La notizia è circolata per due giorni quasi come fosse nuova..

Invece è esattamente di un anno fa!

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Trasporti Vigliacchi: non “reagiscono”!

IPCC_CO2_Redux
Immagine da IPCC

La sintesi del 3 rapporto dell’IPCC quantifica in un investimento del 3% del prodotto interno lordo mondiale il budget minimo necessario per contenere le emissioni ad un livello sufficiente (compreso tra 445 e 535 ppm) che eviti una catastrofe climatica. Come ben nota Ecoalfabeta:

Se non si facesse nulla, la CO2 salirebbe assai di più […] fino a 710 ppm, circa 2 volte e mezzo il valore preindustriale, con conseguenze inimmaginabili per il clima […] 710 ppm potrebbero portare ad un aumento tra i 2,5 e i 6 gradi. Restare sotto le 500 ppm farebbe aumentare la temperatura tra 1 e 3 ˚C, il che non è comunque poco.

Il 3 % del PIL globale significa comunque GRANDI differenze nella ripartizione del carico secondo i paesi (vedi uno studio sulla metodologia di ripartizione del FEEM, initolato Equity Weighting and the Marginal Damage Costs of Climate Change)
Ma al di là di chi deve pagare quanto in termini geografici, il rapporto sottolinea che, dal punto di vista settoriale:

Transportation remains a tough problem, and is the least responsive relatively to different levels of carbon pricing of any of the sectors examined.

There are multiple mitigation options in the transport sector, but their effect may be counteracted by growth in the sector. Mitigation options are faced with many barriers, such as consumer preferences and lack of policy frameworks.

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Cicli Vitali 04 – I pneumatici

pneu

Foto: Jonathan Drake/REUTERS  2002

C’è poca scelta tra le mele marce
William Shakespeare

Da l’Etat de la planète.

Oltre mezzo miliardo di auto girano sulle strade del pianeta, per farle muovere servono 1,1 miliardi di pneumatici nuovi ogni anno. Ogni pneumatico è un elemento sofisticato della tecnologia dei trasporti, lontano anni-luce dal suo antenato in pelle, il pneumatico ad aria, inventato dall’inglese Robert Thomson nel 1845. Questo modello è scomparso ma c’è un vicino parente sopravvissuto che troviamo nei pneumatici da bicicletta in caucciù, inventati poco più tardi da John Boyd Dunlop, un veterinario irlandese.

Il pneumatico inventato da Dunlop, fu adattato all’uso da auto, poi divenuto il pneumatico radiale con anima in acciaio. Dal punto di vista del ciclo di vita, mettere in produzione un pneumatico comporta la sua eliminazione poiché i 6 millimetri del battistrada si consumeranno…

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Inquinamento (quasi) sconosciuto – La polvere dei pneumatici

13 Gennaio 2007 3 commenti

tyres

di Pat Thomas

La maggior parte di noi potrebbe elencare almeno una mezza dozzina di ragioni per le quali le automobili sono dannose per la salute e per l’ambiente. Le automobili sono dei mezzi di trasporto inefficienti, consumano combustibili fossili, sono oggetto di culto, difficili da smaltire e riciclare e generano inquinanti come idrocarburi, ossidi d’azoto e di carbonio.

Meno conosciuta è la produzione di polvere di pneumatico, collegata ad una vasta gamma di problemi per la salute quali allergie, asma e malattie cardio-vascolari.

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Polveri Sottili? Roba “naturale”..

10 Gennaio 2007 Nessun commento

citymobility

Foto da Fotocommunity

RomaOne ci da una chicca di negazioqualunquismo, intervistando il direttore tecnico di Arpa Lazio Roberto Sozzi che, in qualità di esperto, spiega come non sia affatto probabile che il particolato atmosferico sia colpa delle auto. Strategicomunicativamente, il tema è caldo essendo entrata in vigore una normativa più stringente in termini di emissioni per centro storico ed anello ferroviario a Roma, che limita fortemente l’uso dei motorini più vecchi.

Il discorso dell’esperto sembra un misto di rassegnazione e qualunquismo opaco sul tema.

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Fumi d’Europa – Anche per i comuni norme più stringenti

14 Dicembre 2006 Nessun commento

pollution

Foto da Photocommunity

Segnalo un bell’articolo di Paolo Hutter su La Nuova Ecologia che spiega come le città dovranno accelerare i piani per una mobilità sostenibile.

Non vi è proroga alla fine del 2013 per il limite massimo di 35 giorni l’anno con concentrazioni di PM superiori ai 50 microgrammi di PM10 e 40 microgrammi di tutto il particolato in media annuale, come richiesto dal Parlamento Europeo alla commissione.

Nonostante queste pressioni, rimane infatti valido il 2007, con al massimo tre anni di proroga, e non vi sarà l’aumento a 55 giorni l’anno in cui sarà possibile sforare il limite senza incorrere in sanzioni.

I Fumi d’Europa