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Posts Tagged ‘accessibilità’

Mobilità senza petrolio 2 il Tram

16 Novembre 2008 2 commenti

tram

Dopo aver parlato delle possibilità del treno per svincolare dal petrolio l’economia (vedi anche la sezione) ecco la seconda innovazione tecnologica, sempre elettrica e su ferro: il tram. L’occasione viene fornita dalla lettura del finissimo ed appassionato contributo di Walter Tocci al volume Avanti c’è posto. Storie e progetti del trasporto pubblico a Roma, Donzelli. E’ un ode al tram, una tecnologia centenaria, che con le innovazioni conseguite può rivoluzionare il trasporto a Roma.Sono pagine bellissime, per le quali non servono commenti, per questo le riporto trascritte, salvo brevi precisazioni tra parentesi quadre. Spero vengano apprezzate.

Comprate il libro!

Voila la Sintesi Avanti c’è posto – Tocci

Aggiornamenti

Quel tram numero 8 arriverà a Termini, da Repubblica

Costruire tramvie, pagare le tasse e vivere felici, di Corrado Truffi

 

Ode a Copenhagen

6 Settembre 2008 1 commento

k

Foto: jimg944

La città di Copenhagen è uno dei migliori esempi delle recenti trasformazioni urbane. Oltre alle importanti iniziative nei trasporti pubblici e nella ciclabilità, simili a quelle adottate a Vienna e Zurigo, forse il cambiamento più sorprendente si è operato nel centro della città. Per un periodo di 40 anni, 100.000 metri quadrati del centro città, già allocati al trasporto motorizzato, sono stati convertiti in aree pedonali. E’ stata una trasformazione nel vivere Copenhagen sia per i residenti che per i turisti. Lo descrive l’urbanista Jan Gehl:

Le strade sembrano dire: Vieni, sei il benvenuto. Cammina un pò, fermati un pò e resta fino a quando vuoi. Sono state date nuove forme e contenuti allo spazio cittadino…l’80% degli spostamenti nella città avvengono a piedi…1.500 posti a sedere sulle panchine e 5.000 sedie nelle terrazze dei bar garantiscono un’ampia possibilità di sedersi, e vengono usati quasi sempre. I bambini giocano, i giovani vanno in skateboard, mentre musicisti di strada, artisti ed animatori di ogni tipo radunano gruppi di passanti nelle piazze…I nuovi spazi senza auto della città vengono utilizzati per una forma particolare di social recreation, ricreazione urbana,, in cui l’opportunità di vedere, incontrare ed interagire con gli altri è un’attrazione significativa.

Jan Gehl ha scoperto che le persone non preferiscono le panchine nei parchi, davanti a paesaggi idilliaci, ma quelle messe dove passa più gente.

Queste iniziative integrate sulla densità urbana, l’efficienza energetica, i trasporti pubblici e la pedonalizzazione sono ancora rare, ma si diffondono altrove. Politiche simili a quelle adottate da Vienna, Zurigo e Copenhagen stanno per essere implementate in altre città europee, quali Heidelberg, Karlsruhe, Freiburg, Essen e Montpellier.

Da Cities, people, planet, Herbert Girardet, Wiley.

Il traffico è un gas

15 Giugno 2007 Nessun commento

abtevere

Immagine da RomaPedala

Quando viene toccato dalla sfortuna, l’uomo è pieno d’impazienza, mentre nel caso della fortuna, si riempie d’insolenza. Maometto

Un interessante post di Maurizio Ricci, prendendo spunto da un articolo di Federico Pedrocchi (Ingorgo al computer) riassume la questione fondamentale della Fisica delle città : il traffico è un fluido, ma è liquido o gassoso?

La questione è fondamentale perché, dice Ricci, se la si considera come un liquido (volume costante) le soluzioni dovranno passare per una liberalizzazione che tenda a “fluidificare” il traffico, meno semafori, più rotatorie, diritto di svolta a destra ecc. se, al contrario, le caratteristiche sono quelle dei gas, le soluzioni saranno di tipo restrittivo, per contenere il volume di un corpo che tende naturalmente ad espandersi: zone a traffico limitato, aree pedonali, corsie riservate, road pricing ecc.

Ritengo certamente che il traffico sia un gas.

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Going nowhere fast – Dura realtà

L’homo automobilis est une personne peu intéressante, qui incarne tout l’individualisme de cette société, toute son agressivité.

Christian Ferrazino, Sindaco di Ginevra lecourrier.ch

Ho spesso parlato delle strade sbagliate dell’idrogeno, una è la Serie 7 della BMW con (l’inefficiente) motore a scoppio. L’articolo che segue è uscito sul Guardian del 31 maggio.

Serve a dare, in sintesi, la posizione dell’industria automobilistica sulla questione idrogeno: in fondo non ci credono, non è un “mainstream prospect”, ma credono al mainstream dei biocarburanti. Voila l’article.

Going nowhere fast
What’s the point of making hydrogen-powered cars if there’s no fuel for them
Bibi van der Zee

It’s not often ethical living journalists find themselves in the BMW hospitality pavilion at Wentworth golf club, sipping champagne and watching Veejay Singh tee off just a few metres away. (Not often enough, actually.) But readers! There was a reason for all this bacchanalian living, honestly: BMW is introducing the public to its hydrogen-powered 7-Series car, and had offered me a chance to drive it. I’m sure you understand that it was irresistible, as, indeed, is the whole idea of hydrogen power, the near alchemical dream of getting cars to run on a fuel that can be made out of water.

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Un perché l’Occhio di Romolo

6 Ottobre 2006 Nessun commento

E’ inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è tra queste specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati. Italo Calvino, Le città invisibili

Si scherza, si soffre, in questa città, dove si fugge in campagna così:

GSA_Caffarella

Il parcheggio come omeopatia urbana

La motorizzazione ha modificato il paesaggio e la forma stessa della città. L’automobile produce, difatti, un effetto di diradamento. Prima la città era più compatta, circoscritta da mura, continua nella sua forma estesa, concentrata. L’auto ha determinato un curioso fenomeno, per il quale le città si è allungata come un elastico sempre più teso ed è debordata nell’hinterland, generando una rete senza limiti di ambiti urbani, un agglomerato di monadi urbanistiche, diradate e a bassa densità. Si potrebbe forse dire che l’automobile è il mezzo che porta all’esaurimento del concetto stesso di città perché la allunga, la dirada, ne cancella i limiti fisici, la trasforma in un flusso a bassa densità senza soluzione di continuità.

L’automobile, tuttavia, non si è limitata ad “allungare” la città. Ne ha modificato i caratteri fondamentali, tipici, più essenziali. I luoghi che rappresentano per antonomasia la cultura urbana sono devastati dall’automobile. Le strade sono divenute assi di scorrimento veicolare, non più luoghi di relazione; la piazza non esiste più, perchè si è trasformata in un garage a cielo aperto; il cortile sotto casa, dove i bambini giocavano anche; la città antica aveva una porta, un luogo di delimitazione delle mura, dove accedeva lo straniero, un luogo di commercio, di scambio e di informazione. Oggi la porta non c’è più, e a Roma non sappiamo più quando si arrivi davvero in città: industrie, borgate, brandelli di quartieri, abusivismo diffuso. I caratteri genetici della città sono scomparsi sotto i colpi dell’automobile, entrata in campo in maniera devastante. Le vetture anche da ferme (soprattutto da ferme?) cambiano in ogni caso i connotati urbani.

Valter Tocci, Per un Progetto Urbano, Comune di Roma