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Archivio per Dicembre 2006

100 anni di Nicholas Georgescu-Roegen

28 Dicembre 2006 1 commento

roegen

Arrivando alla fine di un anno significativo per i cambiamenti in corso nel mondo non si puo’ fare a meno di ricordare il padre della bioeconomia. Nicholas Georgescu-Roegen era nato a Costanza, Romania, 4 febbraio 1906 ed e’ morto a Nashville, Tennessee, il 30 ottobre 1994.

Matematico ed economista eterodosso americano, d’origine rumena si è laureato in matematica in Romania ed ottenne il dottorato in Statistica alla Sorbona.

Green Report del 27 dicembre presenta un omaggio alla figura del grande economista.

Alcuni riferimenti sono: Wikipedia, Wikipedia francese, Google, L’omaggio di Grinewald, L’ecologista, l’Universita’ del Quebec.

Volendo sintetizzare al massimo, Georgescu ha provato due cose suggerendone una terza. In primo luogo ha compiuto una profonda analisi epistemologica della teoria economica dimostrandone la sua discendenza dalla fisica newtoniana e – soprattutto perché applicata per la spiegazione di fenomeni sociali e non fisici, ancella dei suoi sviluppi “meccanicistici”.

Il secondo contributo deriva direttamente dalla critica dei fondamenti della scienza economica: il pensiero economico si è “fermato” alla fisica newtoniana e non ha incluso i più recenti sviluppi della fisica stessa; la prospettiva dell’economista si limita alla considerazione di sistemi chiusi al circuito produttivo in senso stretto, senza prendere in considerazione, inquinamento, scarti, degradazione dell’ambiente, esaurimento delle risorse ecc. Cosi come la fisica newtoniana non conosceva la relatività e la fisica quantistica, allo stesso modo la teoria economica neoclassica basata su una concezione utilitaristica dell’agire, non concepisce, l’entropia crescente del sistema-società sia essa degradazione dell’ambiente o miseria degli uomini.

Il suggerimento, che, credo, si possa individuare come la sintesi del suo pensiero e’ nel proposto rallentamento di tutto il sistema economico: non potendo sperare in risorse “realmente” rinnovabili per alimentare circuiti economici mai realmente virtuosi, perché comunque “spreco” di energia e materia, meglio la bioeconomia. Per Georgescu non esiste una formula magica, esiste un programma bioeconomico minimale.

Tra i precetti citiamo, la fine del consumo di beni effimeri (mode), energivori (lusso), non riparabili, meglio il consumo di prodotti locali, non confezionati, la fine dell’industria bellica.

In fondo mi piace pensare che il Protocollo di Kyoto sia ispirato da lui e che magari un giorno gli sarà dedicato.

Lezioni Zen 04 – Liquori ed Etanolo, CO2 di Tokyo e Trasparenza forzata per le Imprese

27 Dicembre 2006 Nessun commento

fujisan

Foto da Fotocommunity

Liquori ed Etanolo

Mitsui Engineering & Shipbuilding Co, (MES) annuncia di aver ricevuto un ordine per la costruzione di un impianto di riciclaggio per gli scarti dallo shochu, un liquore giapponese distillato, dall’Associazione per il riciclaggio di Saito (SRA) della prefettura di Miyazaki. L’impianto riciclerà gli scarti generati durante la produzione dello shochu dall’orzo o dalla patata dolce in materiali per il foraggio, concentrando ed asciugando gli scarti di produzione stessi.

L’impianto può trattare fino a 100 tonnellate di sedimenti al giorno, contribuendo ad impedire l’inquinamento marino causato dalla loro eliminazione nell’oceano. In questa fabbrica, quasi tutti gli ingredienti attivi sono separati dai sedimenti di shochu, concentrati ed essiccati, sono riciclati in etanolo da mescolare con benzina, o in materiali per l’alimentazione.

MES progetta di stabilire un servizio permanente di soluzione life-cycle (LSS) dal trattamento dello scarto del shochu all’utilizzazione dei materiali riciclati. Inoltre concentrerà la sua attività di ricerca e sviluppo per attrezzature ambientali e vari sistemi per la riduzione delle difficoltà ambientali onde contribuire alla realizzazione di una società orientata al riciclaggio.

La CO2 della municipalità di Tokyo

Il governo metropolitano di Tokyo (TMG) ha recentemente annunciato di aver ridotto le emissioni di gas ad effetto serra (GHG) del 3.3 per cento dai livelli del 2004 (74.446 tonnellate), raggiungendo cosi’ un livello di 2.203.560 tonnellate equivalenti CO2. Il TMG sta attuando un programma di riduzione delle emissioni per contrastare il riscaldamento globale, e mira ad una riduzione del 10 percento delle GHG per il 2009 dai livelli del 2004. Genera circa 3 per cento delle emissioni totali di GHG a Tokyo.

Il progetto della TMG include diverse misure per il risparmio energetico, quali: (1) apparecchi a basso consumo; (2) sistemi di monitoraggio del consumo di elettricita’ in 30 edifici pubblici; (3) sostituzione dalle lampadine incandescenti con diodi luminescenti; (4) motori ed invertitori avanzati per i treni; (5) sistemi ad energia solare negli impianti di purificazione dell’acqua di Asaka, di Misono e di Ozaku ed incenerimento a temperatura elevata del fango negli stabilimenti di trasformazione delle acque reflue per ridurre le emissioni di ossidi di azoto (N2O).

Trasparenza dell’informazione energetica per le aziende

Il 5 ottobre 2006, la corte distrettuale di Nagoya ha ordinato al governo la pubblicazione delle informazioni sul consumo di elettricità e di combustibile di quattro grandi impianti industriali: Nagoya Works della Nippon Steel Corp.; Yokkaichi Complex della Tosoh Corp.; e due fabbriche (a Yokkaichi a Shiojiri) della Mitsubishi Chemical Corp. Questo giudizio à stato reso su una delle tre cause intentate contro il governo nazionale da Kiko Network, un’organizzazione non governativa (“kiko” = clima), che opera per la pubblicazione dei rapporti energetici delle principali aziende.

Secondo la legge sull’uso razionale dell’energia, le grandi fabbriche sono obbligate a comunicare il loro consumo annuale di elettricità e di combustibile al governo. Nel 2004, la rete di Kiko ha chiesto al governo di pubblicare i rapporti per l’anno fiscale 2003 riguardanti le fabbriche di Tipo 1 (i più grandi emettitori), ma per 753 impianti, il 15% del totale, non sono stati resi pubblici. Tenendo conto che questi dati sono essenziali per le misure contro il riscaldamento globale, la rete Kiko ha invitato il governo a cambiare la sua decisione di non pubblicare le informazioni su quelle facilità ed ha intentato tre cause, come cause-modello, nelle corti distrettuali di Nagoya, Osaka e Tokyo in 2005. Nel caso di Nagoya, la rete ha chiesto la rilevazione dei dati su nove impianti manufatturieri sotto la giurisdizione dell’ufficio di Chubu del Ministero di economia, commerciale e dell’industria.

Inizialmente, il ministero aveva ribadito che la pubblicazione avrebbe minato il vantaggio competitivo delle aziende, ma nel mese di maggio 2006 quando la causa era ancora in corso, il governo ha cambiato la sua decisione riguardo a cinque dei nove impianti nella causa di Nagoya. Inoltre, i rapporti di 326 ulteriori impianti nel resto del paese sono stati resi pubblici da luglio 2006. Includendo alcuni impianti rilevati prima di allora, i dati su un totale di 340 impianti sui 753 d’origine sono ora aperti al pubblico.

Risulta ora evidente che le emissioni di anidride carbonica (CO2) di 200 grandi impianti, compresi quelli i cui i dati non sono stati rilevati, rappresentano più della metà delle emissioni totali del CO2 del Giappone. La rete di Kiko prevede che la vittoria legale a Nagoya imprima un’accelerazione decisiva agli sforzi futuri per combattere il riscaldamento globale.

Il Grande Sentiero Anulare di Roma su Google maps

25 Dicembre 2006 Nessun commento

ladywithbicycle
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Il Natale 2006 ci regala uno sviluppo significativo riguardante la mobilità ciclabile a Roma, utile a tutti i ciclisti, della domenica e non… Il 26 ottobre, avevamo segnalato in un post il Grande Sentiero Anulare: ora è una mappa interattiva su gmaps.

I ciclisti della capitale mondiale dell’automobile non possono presentare progetti infrastrutturali, ma proposte di itinerari. I ciclisti più “militanti” percorrono ogni giorno itinerari pericolosi che vorrebbero divenissero ciclabili e quindi sono proposte per la mobilità: lo stesso percorso che essi compiono pedalando, diviene una proposta di ciclabile, poiché, se vi venisse realizzata una ciclabile, essi continuerebbero a percorre QUEL percorso, ma lo farebbero più contenti, perché più tranquilli nel percorrerlo e più contenti di incontrare più persone, o magari portando il proprio bambino…

Ecco dunque il GSA, letteralmente il GIRO DI ROMA IN BICICLETTA, attraverso parchi, acquedotti, periferie, fontane, baracche, campi zingari, consolari, ponti (da sotto) e lungo fiumi. E’ uno strumento utilissimo per facilitarne il reperimento per i ciclisti ed un serio invito all’Amministrazione Capitolina a raccordare – ciclabilmente – Roma Nord, Est e Sud con il centro della città.

Da Roma Pedala

Concetti collegati

21 Dicembre 2006 Nessun commento

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La trovo una rappresentazione perfetta della filosofia del sito.
Adattato dal rapporto sugli indicatori dello sviluppo sostenibile del Canton Vaud in Svizzera.

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La Commissione Europea propone l’inclusione del Trasporto Aereo nel Piano di Scambio di Emissioni

21 Dicembre 2006 Nessun commento

dawnflight

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Oggi, 20 dicembre, la Commissione Europea ha proposto una legge per introdurre le emissioni di gas ad effetto serra dell’aviazione civile nell’Emission Trading Scheme (ETS). Le emissioni dell’aviazione rappresentano attualmente circa il 3% delle emissioni totali dell’UE, ma aumentano più velocemente di qualsiasi altro settore: + 87% dal 1990, anche perché volare è diventato poco costoso senza l’inclusione dei relativi costi ambientali.

Qualora nessuna misura venisse presa in considerazione, la crescita delle emissioni dei voli dagli aeroporti dell’Unione Europea produrrà l’annullamento di oltre un quarto dell’8% di riduzione delle emissioni totali di CO2, l’obiettivo del protocollo di Kyoto per il 2012. Entro il 2020, le emissioni dell’aeronautica saranno probabilmente più del doppio dei livelli attuali. La direttiva proposta riguarderà le emissioni dei voli all’interno dell’UE dal 2011 e di tutti i voli da e per gli aeroporti UE dal 2012. Sia gli operatori europei che stranieri sarebbero inclusi. La Commissione valuta che entro il 2020 un risparmio di CO2 fino al 46%, 183 milioni di tonnellate, potrebbe essere realizzata ogni anno. Questo equivale al doppio delle emissioni annuali totali dell’Austria.

Anche l’aeronautica dovrebbe dare un contributo appropriato ai nostri sforzi per dare un taglio alle emissioni di gas ad effetto serra. La Commissione continuerà a lavorare con i suoi soci internazionali per promuovere gli obiettivi di un accordo globale sull’aeronautica. L’introduzione delle emissioni del settore aereo nell’emission trading scheme è una soluzione redditizia buona per l’ambiente ed imparziale per tutte le compagnie aeree.
Stavros Dimas, Commissario all’Ambiente dell’Unione Europea

Mentre le emissioni dei voli domestici sono coperte dagli obiettivi del protocollo di Kyoto, l’aeronautica internazionale non lo è. Inoltre, il carburante jet degli aerei è storicamente esentato da qualunque tassa. Gli accordi bilaterali dell’aria fra i paesi membri dell’UE e i Paesi terzi stanno cambiando per realizzare tale inclusione, ma occorrerà tempo. La commissione europea (EC) ha annunciato che comprendere l’aeronautica civile nell’ETS è un modo efficace e cost-effective per portare il settore a controllare le sue emissioni ed attuare una strategia accettata dall’Organizzazione Internazionale dell’Aeronautica Civile (ICAO).

segue su Green Car Congress

Al fine di capire il DRAMMA FUTURO dei singoli stati ecco subito l’esempio del Regno Unito.

George Monbiot sul suo blog ci aggiorna su come il Piano Aeroporti del governo inglese (Ministero dei Trasporti) cancellerà gli sforzi per la riduzione delle emissioni, secondo lo studio Predict and Decide – Aviation, Climate change and UK Policy (Ministero dell’Ambiente)

e della KLM olandese.

Multe in vista?

Lezioni Zen 03 – Cura del Ferro in Giappone

19 Dicembre 2006 Nessun commento

sunsetdarkness

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Le emissioni di anidride carbonica di una persona che viaggia per un chilometro in treno sono un sesto di quelle generate volando ed un decimo di quelle generate con l’automobile; quindi, un trasferimento alla ferrovia è un mezzo efficace per ridurre le emissioni di CO2. Questi dati sono contenuti in un rapporto prodotto ad agosto 2006 tramite la rete Kiko (clima) Network, un’organizzazione non governativa giapponese impegnata in iniziative per ridurre il riscaldamento globale. In Giappone, le emissioni di CO2 dal settore trasporto passeggeri nel 2004 fiscali sono aumentate del 42.5 per cento dal 1990 e questo è dovuto soprattutto all’aumentato uso delle automobili e degli aeroplani.

Secondo il rapporto, uno spostamento del 10 per cento dei tragitti con aerei ed automobili in favore della ferrovia (per esempio il treno Shinkansen), provocherebbe un taglio nelle emissioni di CO2 di 12.32 milioni di tonnellate, o il 7.7 per cento delle emissioni totali del settore del trasporto passeggeri. Secondo il protocollo di Kyoto, il Giappone deve ridurre le emissioni di CO2 e degli altri gas serra del sei per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2012, ma le emissioni relative al 2004 erano l’8 per cento superiori all’anno base. La relazione del Network Kiko suggerisce che il governo ha bisogno di misure efficaci per promuovere il trasporto ferroviario, quali l’introduzione di una tassa sul carbonio ed un miglioramento dei programmi di informazione per aumentare la consapevolezza dei cittadini.

Da Japan for sustainability

I finanziamenti per le infrastrutture nella finanziaria 2007

18 Dicembre 2006 2 commenti

Ecco un quadro riassuntivo dei finanziamenti per le infrastrutture. Da il Sole 24 Ore.

Le voci sembrano “logiche”…

InfraFinanziaria07

In difesa della Finanziaria – L’intervento al Senato del Ministro dell’Economia

18 Dicembre 2006 Nessun commento

di Tommaso Padoa-Schioppa

Signor Presidente, onorevoli senatori, prendo la parola in quest’Aula per invitare il Senato ad approvare la legge finanziaria e il bilancio che il Governo presenta e su cui chiede che gli sia rinnovata la fiducia.

Da oltre ottanta giorni la manovra sui conti pubblici è oggetto di intenso lavoro nelle Camere elette dal popolo, viene discussa in ogni dettaglio sui giornali, alla televisione e nelle piazze. Il segno di quanto mi accingo a dire è espresso dalla stessa parola che dà il nome a questa procedura: fiducia. Fiducia nelle energie del Paese, nelle sue possibilità, nella capacità degli italiani di distinguere i fatti veri dalle false rappresentazioni, di udire le voci argomentanti anche attraverso il frastuono.

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La poesia di Cristina Campo

18 Dicembre 2006 Nessun commento
cascades

Ho scoperto la poetessa Cristina Campo su una mailing list di ciclisti, e ve la propongo.
Per ulteriori informazioni vedi qui.

Un tempo il poeta era lì per nominare le cose: come per la prima volta, ci dicevano da bambini, come nel giorno della Creazione.
Oggi egli sembra lì per accomiatarsi da loro, per ricordarle agli uomini, teneramente, dolorosamente, prima che siano estinte.
Per scrivere i loro nomi sull’acqua
da Cristina Campo, Gli imperdonabili, Adelphi, 1987

Il mercato del CO2

15 Dicembre 2006 Nessun commento

goodfences

Foto da Photocommunity

Ecco lo stato ed i trend dello scambio di emissioni, dalla Banca Mondiale.

State and Trends of the Carbon Markets 2006

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Fumi d’Europa – Anche per i comuni norme più stringenti

14 Dicembre 2006 Nessun commento

pollution

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Segnalo un bell’articolo di Paolo Hutter su La Nuova Ecologia che spiega come le città dovranno accelerare i piani per una mobilità sostenibile.

Non vi è proroga alla fine del 2013 per il limite massimo di 35 giorni l’anno con concentrazioni di PM superiori ai 50 microgrammi di PM10 e 40 microgrammi di tutto il particolato in media annuale, come richiesto dal Parlamento Europeo alla commissione.

Nonostante queste pressioni, rimane infatti valido il 2007, con al massimo tre anni di proroga, e non vi sarà l’aumento a 55 giorni l’anno in cui sarà possibile sforare il limite senza incorrere in sanzioni.

I Fumi d’Europa

Arriva EURO5

13 Dicembre 2006 Nessun commento

Frühlingssturm
Foto da Photocommunity

Il parlamento europeo ha approvato in sessione plenaria la normativa Euro 5, che fissa i nuovi limiti per gli autoveicoli. L’Euro 5 entrerà in vigore il primo settembre 2009. L’Euro 6 è previsto per il 2014…
Il comunicato

Vedi anche Repubblica e Green Car Congress

La reazione dell’Associazione Europea dei Costruttori di Auto (ACEA) è qui

Contro l’economia dell’idrogeno

12 Dicembre 2006 Nessun commento

hychart

Ulf Bossel (vedi post) interviene sul tema dell’economia dell’idrogeno con un testo in cui riafferma la validità di una economia dell’elettrone, più efficiente.

L’articolo da Physorg

…..e il dibattito

Approfondimento

On the way to a sustainable energy future (pag. 16 ) di Ulf Bossel, European Fuel Cell Forum.

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I parassiti della storia & il Codice da Vinci

10 Dicembre 2006 Nessun commento

porta

L’intervento dello storico francese Jacques Le Goff alla Festa della Storia di Bologna, L’Unità, 18 Ottobre 2006

Come il mio maestro Fernand Braudel ritengo che la storia ci appartenga e che non conoscerla significa ignorare una parte di noi stessi. Oltre ai retaggi del passato greco romano, dentro di noi e intorno a noi vivono e agiscono quelli del medioevo in cui hanno inciso profondamente la diffusione del cristianesimo e dell’Islam e le loro complesse articolazioni interne, la definizione e l’affermazione degli stati nazionali, il faticoso emergere di nuove forme di produzione e di scambio, di relazione e di comunicazione.

Del resto il medioevo è durato ben più a lungo di quanto si dice nelle scuole, nelle università e nei libri, perché si è esteso dal tardo antico fino alla rivoluzione industriale per gli aspetti economici e fino alla rivoluzione francese per quelli politici e sociali.

Per l’Italia poi la conoscenza di quel periodo è oltremodo importante perché qui è stata raccolta, custodita e diffusa l’eredità dell’antichità, poi elaborata e consegnata al resto del mondo e ai secoli successivi. L’Italia nel Medioevo divenne il centro della nuova Europa e non solo per la presenza di Roma e del papa ma anche per il sorgere di nuove entità politico-territoriali ed economiche che per la persistenza del loro rilievo e per la lor potenza articolata, composita e fieramente avversa tra l’un l’altro resero tardivo e difficile il cammino verso l’unità nazionale.

Pertanto gli italiani non si possono privare di una parte così rilevante della loro memoria, se non altro per riconquistare quel senso di fierezza nazionale e di orgoglio che tanto spesso mancano loro e per valutare meglio i tesori d’arte e di cultura che da quei tempi hanno ricevuto.

Una conoscenza della storia che lasciasse da parte Cesare, Cicerone, Francesco, Dante, Giotto, per arrivare fino a Galileo, equivarrebbe a gettare gli italiani nell’ignoranza di chi siamo e di cosa sia la loro vita.

Rimane il grande problema di come proporre e stimolare l’apprendimento della conoscenza storica e come competere con coloro che sulla storia speculano per trarne spunti con cui proporre un medioevo falso. Ma non basta lamentarsi di questi “parassiti della storia”, che, sfruttando i misteri irrisolti e l’attrattiva che essi esercitano sul grande pubblico, propinano infondate visioni fantastiche, giocano sull’equivoco e sull’invenzione.

Certo è sufficiente promuovere conferenze, pubblicare volumi, trasmettere programmi su presunti e reali misteri (Egizi, Templari, Graal,…) per riscuotere un successo pressoché certo, sottraendo così opportunità e voce alla divulgazione attendibile. Ma per questi aspetti il mondo accademico non è privo di responsabilità, del resto ben note e da ribadire, dato che è anche la sua ritrosia ad adeguare i metodi e gli strumenti di trasmissione delle acquisizioni della ricerca che lascia il campo libero ai citati fantastorici dotati almeno di un loro fascino. Quanti docenti, con un evidente fraintendimento del loro ruolo, considerano ancora la didattica e la divulgazione aspetti secondari e perfino compromettenti.

Le opportunità di comunicazione e di trasmissione offerte dalla innovazione tecnologica non possono ridursi in effettiva crescita e diffusione di conoscenza, se la loro divulgazione non viene sottoposta al vaglio della più rigorosa correttezza metodologica e non si attiene alle reali acquisizioni della ricerca.
L’attrattiva esercitata dalla pubblicistica letteraria e cinematografica di argomento storico induce numerosi autori ed editori a speculare sul fascino della storia e dei suoi enigmi e a produrre opere che propagano inesattezze, distorsioni e manipolazioni con tale efficacia e in ambiti così ampi da generare convinzioni e teorie errate ben più diffuse delle conoscenze basate sulle acquisizioni storiografiche. Cresce così il divario e l’incomunicabilità tra ambiti della ricerca e artefici della comunicazione al punto da rendere particolarmente meritorio e auspicabile il lavoro svolto da figure impegnate con correttezza ed efficacia nella divulgazione della storia, che com’è noto sono divenuti ambiti particolarmente delicati e controversi dopo le recenti e innumerevoli distorsioni a fini commerciali.

Un esempio di parassiti? Il codice Da Vinci di Dan Brown

Codice di procedura mentale

Il Codice da VInci ha avuto un successo sbalorditivo presso il pubblico di tutto il mondo (si dice che ne siano state vendute ben 17 milioni di copie, 1.3 in Italia), e molti si sono interrogati sulle sue cause.

Non è un bel libro, neanche come libro di genere. La scrittura è approssimativa, il romanzo non ha spessore di alcun tipo, ma piace, tutti lo leggono e c’è anche chi prende sul serio le sue corbellerie storico-filosofiche. E costruito come un feuilleton, a puntate, con ricapitolazioni che spingono avanti un’azione da detection e avventura sul tema della lotta tra due organizzazioni occulte che si contendono il Santo Graal, o meglio il segreto del Graal, che sarebbe quello delle nozze, concrete, tra Gesù e la Maddalena, donna di sangue reale, e infine della supremazia dell’elemento femminile androgino su quello maschile, tanto più rilevante perché siamo all’inizio dell’Era dell’Acquario, e le chiese del Dio maschile ne tremano!

La lotta tra il Bene e il Male è tra una tradizione esoterica, quella dei Templari, e una odiatissima chiesa il cui braccio armato è l’Opus Dei. E procede per rebus, indovinelli, sciarade, enigmi di cui il lettore, spinto dall’azione, finisce per dimenticare la decifrazione, ché un mistero lava l’altro. Modello non dichiarato: il feuilleton francese anche cinematografico e televisivo, i film alla Spielberg delle Arche Perdute, tanta chincaglieria New Age e New Fantasy ma soprattutto, soprattutto, l’opera del Venerabile Maestro Eco, Il nome della rosa.

Cercar di capire come questa zavorra rimescolata a tavolino da un piccolo giocatore d’azzardo produca un best-seller di tale vastità non è facile, ma alcuni punti fermi ci sono e proveremo a elencarli disordinatamente: il disorientamento dei nuovi tempi, il bisogno di consolazioni extrastoriche e pseudoreligiose, l’antico riscatto della mediocrità delle esperienze individuali nella fantasticheria avventurosa, il rifiuto di porre le proprie speranze in un aldilà o in un’altra parte del cosmo (di cui la fantascienza muore per incapacità di ipotizzare futuri non già ipotizzati).

Infine: la delega a supernavigatori del reale che “sanno”, la spiegazione di quel che accade devoluta a forze occulte e sette iniziatiche lontane da noi, e che contemplano al loro interno Fede e Finanza.Insomma, l’abbandono della speranza di poter controllare un pò del proprio destino individuale e la necessità di dar comunque un senso alla storia di cui si è membri e, più in generale alla disfatta dell’uomo. All’assenza d’utopia del nostro Duemila Dan Brown aggiunge un intruglio di sacro e profano e la rivincita di un paganesimo da fumetto. L’unica dichiarazione di ironica autocoscienza il libro di Brown la contiene a pagina 195 quando due personaggi, parlando del Graal dicono:

Ma con tutti quei libri sull’argomento perché la teoria (quella del Codice Da Vinci, appunto) non è conosciuta? Questi libri non possono cancellare secoli di storia, specialmente se questa storia è sostenuta dal più grande best-seller di tutti i tempi“.

Non dirmi che Harry Potter parla del Santo Graal?“.

Parlavo della Bibbia“.

Harry Potter appunto…

Il grande successo di fine novecento della letteratura per ragazzi, edito in Italia da Salani, cui solo la serialità toglierà forse la collocazione tra i classici del genere,  che non sono tantissimi e che, non a caso, vanno bene anche per gli adulti. Ma i romanzi della inglese signora Rowling hanno una qualità di scrittura, una comprensione del bisogno di fantasia dei ragazzini del nostro tempo, un senso della tradizione e un rispetto della cultura e delle sue responsabilità che non appartengono affatto all’americano signor Brown. Anche la Rowling è debitrice delle voghe new age, ma il suo mondo è decisamente altro, è memore di Peter Pan e di Mary Poppins, del fantastico che si dà per fantastico e non per rivelazione di ciò che si nasconde dietro la realtà, di interpretazione della Storia. Il mondo del reale non ci basta e non basta soprattutto ai ragazzini – i piccoli, ma più ancora quelli nell’età della pubertà, la più solitaria e difficile che ci sia – e allora: che il fantastico sia fantastico per davvero, che non si inquinino e che si colleghino i due mondi con la sensibilità (e la responsabilità e il rispetto) che sono appartenuti ai grandi elaboratori delle fantasie letterarie più ardite, da Welles a Verne, da Collodi a Stevenson, perché qui, su questa terra i giovani lettori dovranno tornare a crescere e ad agire.

Diverso il discorso per i Poe, i Dick, i Ballard, scrittori “per adulti” e analisti del delirio, del modo morboso di vivere la realtà e le mutazioni della realtà. Nei best-seller della letteratura per ragazzi c’è più rispetto del lettore perché vi resiste ancora, nonostante tutto, una componente pedagogica, mentre quelli per adulti giocano spudoratamente la carta dell’accertazione e della deviazione; la loro “pedagogia” e adultologia è destinata al puro commercio, e ha solo in pochi autori remore morali, preoccupazioni altre che il successo.

Tanti celebrati inventori di storie non sentono affatto la responsabilità che dovrebbe venir loro proprio dal successo, dalla capacità di cogliere i nodi di frustrazioni, debolezze, aspirazioni delle cosiddette “masse”. I più colorano di rosa la realtà, ma la schiera degli “spaventatori” aumenta, col noir e l’horror e altri derivati e commistioni. Ma forse i più ambigui – non meno bravi nel produrre la loro merce – sono quegli autori che ancora una volta, borghesemente, come al tempo di Conan Doyle e di Agatha Christie, giocano col crimine e si mettono dalla parte di un discutibile Bene ma affascinati da un ben concreto Male.

Si ha l’impressione che si legga di più, oggi; e che si legga di peggio, che la letteratura sia tornata ad essere soltanto un’evasione dalla mancanza di prospettive della realtà, che il suo aspetto di intrattenimento sia oggi meno innocente di ieri, più equivoco, più compromesso con le ideologie che confermano la nostra passività al peso del potere, più consono alla volontà di addormentare che a quella di ridestare. Perché il “popolo” non è più fatto di ceti sociali definiti, ma una montagna di consumatori solitari e non può più imporre i suoi gusti, ma solo farseli imporre.

Goffredo Fofi, “Codice” di procedura mentale, Il Sole-24 Ore, n. 36, 6 febbraio 2005, p. 34

Il rapporto dello Study Group di James Baker

7 Dicembre 2006 Nessun commento

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E uscito il rapporto della Commissione Baker sull’Iraq (IRAQ STUDY GROUP REPORT), ecco l’inizio di un capitolo che si intitola “Petrolio”….
[pag 83]
5 il settore petrolifero [The Oil Sector]
Poiche il successo del settore petrolifero è cruciale per il successo dell’economia irachena, gli Stati Uniti devono fare il possibile per aiutare l’Iraq a massimizzare la propria capacità produttiva.
L’Iraq, un paese con un potenziale petrolifero promettente, può tornare a produrre, dai pozzi esistenti, da 3 a 3.5 milioni di barili al giorno per un periodo dai 3 ai 5 anni, a seconda dell’evoluzione nei giacimenti-chiave.

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