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Sulle 32.209 richieste di brevetti per celle a combustibile depositate in Giappone, Stati Uniti ed Europa dal 1998 al 2004, quelle Giapponesi sono state il 67%. E’ quanto afferma la relazione di bilancio 2006 dell’Ufficio brevetti Giapponese del 9 maggio 2007.
I dossier presentati dalle aziende Giapponesi sono stati 2,5 volte superiori agli Americani e 2,9 volte quelli Europei. In particolare, oltre il 15 per cento dei brevetti depositati provengono da tre produttori giapponesi di auto: Nissan, Toyota e Honda, che hanno depositato rispettivamente 1980, 1546 e 1526 domande di brevetto.
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Due esempi di pratiche sostenibili nella storia del Giappone. Da Ei-Ichiro Ochiai, A sustained Society: Japan’s Edo Period – An experience of Ultimate Sustainability
Il Giappone è un paese costituito da quattro isole principali e, durante il cosiddetto periodo Edo (1600-1867), ha potuto autosostenersi senza lìapporto di energia e materiali dall’esterno, migliorando la qualità della vita dei cittadini e del suo ambiente in generale. La densità di popolazione nel periodo Edo era di 80 ab/km2, il doppio della media mondiale attuale.
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Nel suo Corporate Social Responsibility Report 2006, l’azienda multinazionale Sony Corp. stima che il passaggio di circa 14.300 tonnellate di prodotti da camion a treno e nave abbia prodotto un risparmio di 2.670 tonnellate di CO2.
La Sony Supply Chain Solutions Inc. (SSCS) ha progettato i cambiamenti nella logistica per accrescere l’impiego di modi di trasporto meno inquinanti e all’interno della stessa filiera di modalità vantaggiose per l’ambiente: Sony ha promosso il Co-trasporto, condividendo i containers con altre compagnie.
Infine, la SSCS ha proceduto a delle innovazioni in campo logistico, ad esempio, procedendo alla spedizione dei televisori disassemblati per l’ottimizzazione del carico tra Asia ed Europa, i complonenti vengono in seguito riassemblati con gli stessi materiali di imballaggio.
Vedi siti Sony e Japan for Sustainability.
Aggiornamento
Sony vince il Premio Energia Sostenibile 2007 della Commissione Europea.
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Le emissioni di anidride carbonica di una persona che viaggia per un chilometro in treno sono un sesto di quelle generate volando ed un decimo di quelle generate con l’automobile; quindi, un trasferimento alla ferrovia è un mezzo efficace per ridurre le emissioni di CO2. Questi dati sono contenuti in un rapporto prodotto ad agosto 2006 tramite la rete Kiko (clima) Network, un’organizzazione non governativa giapponese impegnata in iniziative per ridurre il riscaldamento globale. In Giappone, le emissioni di CO2 dal settore trasporto passeggeri nel 2004 fiscali sono aumentate del 42.5 per cento dal 1990 e questo è dovuto soprattutto all’aumentato uso delle automobili e degli aeroplani.
Secondo il rapporto, uno spostamento del 10 per cento dei tragitti con aerei ed automobili in favore della ferrovia (per esempio il treno Shinkansen), provocherebbe un taglio nelle emissioni di CO2 di 12.32 milioni di tonnellate, o il 7.7 per cento delle emissioni totali del settore del trasporto passeggeri. Secondo il protocollo di Kyoto, il Giappone deve ridurre le emissioni di CO2 e degli altri gas serra del sei per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2012, ma le emissioni relative al 2004 erano l’8 per cento superiori all’anno base. La relazione del Network Kiko suggerisce che il governo ha bisogno di misure efficaci per promuovere il trasporto ferroviario, quali l’introduzione di una tassa sul carbonio ed un miglioramento dei programmi di informazione per aumentare la consapevolezza dei cittadini.
Da Japan for sustainability