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Archivio per la categoria ‘bici’

Do the Test

La campagna di Transport for London per la sicurezza ciclistica…

Test your awareness: Do the Test

Grazie Ken!

news 19 marzo 2008 parte 2

Come mettere le bici nei cortili

22 Febbraio 2008 1 commento

buranoinbici

Foto da Fotocommunity

Ho trovato un’idea che giustifica il mezzo…

FALSA Delibera a favore dell’uso della bicicletta

Qualche tempo fa nel mio palazzo, mi rompevano perché mettevo la bici dove non avrei dovuto, cercando in rete ho trovato una delibera in merito all’utilizzo dei cortili condominiali per il deposito di biciclette. Qui il link dal sito del comune

Bella, peccato però che sia Torino e non Roma.

Ho scoperto che anche a Milano c’è una regolamentazione simile e chissà in quante altre città.

Alla Critical Mass, quando ho visto che ci facevamo da noi le piste ciclabili, ho avuto un’illuminazione. Ho adattato la delibera di Torino, l’ho stampata con il logo del comune di Roma e l’ho appesa nel portone.

E’ stata su una settimana poi qualcuno l’ha strappata via, ma nessuno si lamenta più delle bici. Bisogna dire che è una cosa sicuramente illegale, è una beffa ai danni di poveri onesti e ignari cittadini ai quali le nostre bici in cortile, va a capire perché, gli rompono proprio i coglioni.

luther blissett

da Critical Mass Roma

Categorie:bici Tag: , ,

Regalo poesie: i pensieri di Pierfranco

27 Dicembre 2007 1 commento

Trovo veramente splendidi i due post – e foto – pubblicati recentemente da Pierfranco su Romapedala. Eccoli:

1 – Sono un ragazzo fortunato;

acquedotti

2 – E’ bello avere un corpo.

appiantica

2 Sonetti-Mozione di un Ciclista Romano

19 Dicembre 2007 Nessun commento

marbleclouds

Foto da Fotocommunity.

MOZIONE 1:

Tram e Bici, Romani felici.

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Categorie:bici Tag:

Halleluja! Bike sharing a Roma

9 Novembre 2007 Nessun commento

MetroRoma

L’esercizio fa il maestro. Proverbio italiano

La notizia provoca sincero godimento: il Comune di Roma, sulla scia di Parigi, Lione, Barcellona ecc. ha deciso di lanciare un programma di bike sharing.

Dice il sito dell’Assessorato all’Ambiente: Scocca l’ora delle due ruote ecologiche: è il nuovo sistema di “bike sharing”, biciclette pubbliche che il Campidoglio metterà a disposizione per spostarsi rapidamente in centro storico. Si comincia il 15 gennaio con la sperimentazione: 250 bici e 22 “ciclo-posteggi” all’interno della zona a traffico limitato (vedere mappa). Poi, dopo sei mesi, l’analisi dei risultati e la pianificazione del servizio fino a 20 mila biciclette in tutta la città entro il 2008.

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UN PEDONE o UN CICLISTA INVESTITO DA UN VEICOLO CHE VIAGGIA A UNA VELOCITA’ DI 50 KM/H HA SOLO IL 30% DI PROBABILITA’ DI SOPRAVVIVERE.

SE L’IMPATTO AVVIENE INVECE A UNA VELOCITA’ DI 30 KM/H, LE PROBABILITA’ SALGONO AL 90%, ma scendono a ZERO se investito a 70km/h (velocità considerata “normale” a Roma).

——–O——-

Approfondimenti “criticalS”:

su RomaPedala,

Zona 30 (e lode in biCIviltà),

La cartina dei ciclo-posteggi,

1 metro di spazio vitale,

Petizione per la Pista ciclabile sulla Nomentana.

La fabbricazione dei telai delle biciclette in carbonio

24 Ottobre 2007 Nessun commento

The bike

Foto da fotocommunity

La porta meglio chiusa è quella che puoi lasciare aperta. Proverbio cinese

Una semplice analisi di dati reali da un piccolo (grande!) produttore emiliano ci rivela come la fabbricazione dei telai delle biciclette in carbonio sia, contrariamente alla apparenze, un’attività poco energivora e ad alta intensità di manodopera. Vediamo perché.

Per creare un telaio in carbonio di primissima qualità si parte dai tubi grezzi (quasi sempre di provenienza cinese). I tubi vengono creati mediante fasciatura di tessuti di carbonio intorno ad anime di gomma e successivamente scaldati a circa 120 gradi per un paio d’ore.

Il telaio di una bicicletta viene “semplicemente” cotto unendo i tubi semplici con fasce di carbonio, che vengono poi “cotti” a 120 gradi per un’ora e mezzo o due. I consumi sono irrisori. A titolo di confronto un telaio di alluminio deve stare in forno 10 ore e la produzione dell’alluminio è altamente energivora in sé.

I dati reali

Un’azienda di 6 persone produce 120 telai al mese. Un telaio impiega un operaio per 8 ore: consumi elettrici = 0, se si lavora con luce naturale.

In un mese la bolletta elettrica dell’azienda, principalmente dovuta all’uso del forno, è circa…300 €, per 273 kWh!

Un telaio quindi consuma 350/120 = 2.9 kWh.

Anche aggiungendo 3 kWh per la fabbricazione dei tubi (very very conservative assumption, dato chei tubi vengono prodotti su larga scala con economie di energia considerevoli) siamo a 6 kWh/telaio.

Rimane da chiedersi: Quanto consuma la produzione del carbonio grezzo?

Gli unici dati trovati provengono dall’applicativo della Carnegie Mellon University’s Green Design Institute Economic Input-Output Lifecycle Assessment Tool dove si calcola energia, gas effetto serra dei settori industriali americani in tutte le loro fasi.

L’articolo Aluminum vs carbon fiber bicycle frames da una risposta per quanto approssimativa alla domanda: meno del 25% dell’alluminio.

Aggiornamento

Doveroso segnalare un produttore italiano: Emmezeta Srl di Mattioli e Zanasi a Modena.

Categorie:bici Tag:

Ecosistema urbano 2008 – L’incipit pro bici

16 Ottobre 2007 Nessun commento

diferent_view

L’introduzione di Duccio Bianchi, direttore Istituto di Ricerche Ambiente Italia srl

Vogliamo perdere la bici dell’Europa ?

Le politiche ambientali urbane delle città italiane lentamente migliorano. Ma non tengono il passo con l’Europa. Anzi: cresce la distanza sia in termini di qualità delle politiche che in termini di concrete realizzazioni e prestazioni ambientali.

Cosa ci raccontano questi numeri? L’indicatore principe […] è la qualità dell’aria. E’ l’indicatore a cui sono più sensibili i cittadini, ma anche quello che in qualche modo riassume la qualità delle politiche della mobilità ed energetiche. Purtroppo non ci sono buone nuove. Per il biossido di azoto, in più della metà dei comuni (nel 55%, più che nello scorso anno), risultano superati i valori limite.

Analogo il dato (e analogo il peggioramento rispetto allo scorso anno) anche per le polveri sottili, il PM10. C’entrano poco le critiche condizioni meteoclimatiche della Pianura Padana: i limiti si superano anche in tante città costiere. Se ora spostiamo lo sguardo sull’Europa ci accorgiamo che non è così: i limiti talvolta si superano, ma non è la norma neanche delle grandi città.

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Città, mobilità, qualità della vita…(oltre la nascita del PD)

15 Ottobre 2007 Nessun commento

VietatoIngresso

La classifica di Ecosistema Urbano 2008 presentata da Legambiente e Sole 24 ore;

Belnomi, il centro urbano più sostenibile. Nell’Italia dei capoluoghi è stasi:
smog, rifiuti, trasporto pubblico, congestione spesso a livelli emergenziali.
Belluno, Bergamo e Mantova le migliori, Ragusa, Benevento e Frosinone le più insostenibili.

Prima Conferenza nazionale della Bicicletta a Milano dal 9 all’11 novembre

Per definire una politica nazionale della ciclabilità e rivedere il codice della strada per favorire e proteggere i ciclisti..

Presentato il rapporto Federmobilità-Isfort sulla mobilità sostenibile nelle città italiane

(il rapporto pagg 92);

A parte Firenze, Pavia, Piacenza, Rimini e Torino, le città d’Italia, a prescindere dalla collocazione geografica, presentano ancora lacune molto gravi, soprattutto per quanto riguarda le aree pedonalizzate e l’applicazione di pedaggi per l’ingresso delle auto nei centri storici. Preoccupante anche l’aumento esponenziale dell’uso di motocicli, che nella maggior parte delle città italiane possono circolare liberamente anche nelle zone a traffico limitato.

da Eco dalle Citta’

Approfondimento

Congestion pricing: an idea that makes sense, di Georgina Santos, da Voxeu

1 metro di spazio vitale

10 Ottobre 2007 Nessun commento

tired

Foto da fotocommunity

Siamo automatici nei 3/4 delle nostre azioni. Leibnitz
La scienza è il capitano e la pratica i soldati. Leonardo da Vinci

Incipit.

Nessuno mi toglierà dalla testa che bisogna battersi per garantire:

  • 1 Metro di Spazio Vitale
  • Pedoni, Carrozzine, Sedie a rotelle e Biciclette
  • Su ogni strada di ogni città, paese, borgo del pianeta
  • 1 metro che diventa rete, infinito in lunghezza, ti porta ovunque
  • Liscio, pulito e continuo
  • Non interrotto (auto in sosta, doppie fila, buche, cancelli, paletti e passi carrabili)
  • In un mondo che invecchia, sempre più persone (su ruote e non) ne avranno bisogno

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Cyclopolis – Riassunto finale

5 Settembre 2007 Nessun commento

Cockatoo-on-Bicycle

Foto da Aviancompanions.

Ecco l’insieme dei brani tradotti di Cyclopolis – Ville Nouvelle di Benoit Lambert già pubblicati in 4 post precedenti. Qui li trovate assemblati in formato pdf

Cyclopolis_estratti

Cyclopolis 4 – Denis de Rougemont, L’automobile contro la cultura

“L’automobile ha provocato il più grande sconquasso sociale dall’epoca di Napoleone”

Sands-of-Tunisia-a30124781

Nella storia del XX secolo, Denis de Rougemont (Couvet près de Neuchatel, 1895 – Ginevra, 1985) è ricordato come uno scrittore di talento, un difensore dell’Europa unita, fondata su regioni a geometria variabile. I media omettono talvolta di sottolineare che fu, soprattutto alla fine della sua vita, un ecologista convinto. Fu contro il nucleare, contrario ai mega-progetti (come l’aereo supersonico Concorde), contrario alla crescita delle città ed alle megalopoli, fu un critico feroce dell’auto individuale.

In L’avenir est notre affaire scrive: “Noi possiamo ritenere Hitler e l’automobile i due flagelli più devastanti del XX secolo e la futurologia li ha mancati” (1). Questa frase può sembrare eccessiva e scioccante da parte di un uomo che non ha mai difeso posizioni politiche estremiste. Ma per Denis de Rougemont l’automobile simboleggia lo spirito del secolo:

  • potenza,
  • individualismo,
  • produttivismo industriale,
  • razionalità eccessiva e
  • creazione di bisogni artificiali.

Egli interpreta la situazione politica dell’inizio degli anni 70 come la risultante dell’incrocio di “due storie pazze”:
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Soldi e priorità delle piste ciclabili romane

La notizia e del 1 Agosto: Sempre più romani scelgono la bicicletta per spostarsi e per lo sviluppo della rete ciclabile e la creazione di percorsi protetti in ogni municipio il Comune di Roma ha deciso di investire 10,3 milioni di euro.
Si capisce che dei 10 ne sono disponibili 3, infatti:

“Negli ultimi anni è aumentata moltissimo la preferenza per la bicicletta”, sostiene Dario Esposito, “per questo abbiamo deciso di puntare sulla promozione della mobilità sostenibile, con un investimento economico molto importante. Stiamo completando la terza dorsale ciclabile della città che passa su via Cristoforo Colombo collegando la pista che corre lungo il Tevere con le Mura aureliane e di qui con l’Appia Antica fino al Gra, abbiamo realizzato la pista di via Nocera Umbra e a settembre partiranno i lavori per il completamento della pista su via Palmiro Togliatti all’interno del corridoio della mobilità, mentre in autunno i municipi appronteranno una rete di percorsi protetti dove si potrà circolare in bicicletta in tutta sicurezza. Per queste opere abbiamo già messo a disposizione 7 milioni di euro cui si aggiungano [cioè “rimangono”] altri 3,3 milioni di euro per la realizzazione dei progetti di altre nuove piste ciclabili.”

Dopo alcuni commenti seguiti su Roma Pedala mi sembra giusto proporre qualcosa di concreto – in 5 punti – per i quali ringrazio CaioFabricius.

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Cyclopolis 3 – La velocità, una dottrina politica secondo Ivan Illich

La velocità, una dottrina politica secondo Ivan Illich

Ivan Illich (Vienna 1926-2002) avrà un approccio più globale della automobilizzazione della società occidentale. Le sue considerazioni sulla velocità reale dell’auto, o del tempo perso su questo macrosistema dei trasporti, diventerà uno dei passaggi più celebri di questo critico prolifico della civiltà industriale. Egli metterà in luce l’impatto delle tecniche, e soprattutto quello dell’automobile, sulla vita dei suoi contemporanei per assicurare loro la mobilità:

L’americano tipo dedica ogni anno alla propria auto più di 1500 ore: ci sta seduto, in marcia e in sosta; la parcheggia e va a prenderla; si guadagna i soldi occorrenti per l’anticipo sul prezzo d’acquisto e per le rate mensili; lavora per pagare la benzina, i pedaggi dell’autostrada, l’assicurazione, il bollo, le multe. Ogni giorno passa quattro delle sue sedici ore di veglia o per la strada o occupato a mettere insieme i mezzi che l’auto richiede. E questa cifra non comprende il tempo speso in altre occupazioni imposte dal trasporto: quello che si trascorre in ospedale, in tribunale e in garage; quello che si passa guardando alla televisione i caroselli sulle automobili […]”

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Cyclopolis 2 – Alfred Sauvy – L’automobile Grande Sovrana

La differenza tra un genio e uno stupido è che il genio ha dei limiti.
Anonimo

Continuiamo con il capitolo riguardante Alfred Sauvy, il libro di Benoit (vedi post e libro di Denis Baupin, Tout voiture no future).

Alfred Sauvy (1898-1990), sociologo e demografo francese di reputazione internazionale (gli è attribuita la creazione del termine “terzo mondo”) non ha solo scritto sui temi della popolazione. Nel 1968, a 70 anni, attacca l’automobile, un male del “fenomeno umano” […]

Sauvy si sforza di dimostrare che lo sviluppo dell’infrastruttura stradale nel dopoguerra è stato possibile per la pressione di una lobby potente, a scapito di infrastrutture che avrebbero invece risposto agli urgenti bisogni dei Francesi. L’automobile pesa sui budget ed il suo sviluppo va contro l’interesse generale, accusa il demografo. Sauvy si interroga: come mai i trasporti ferroviari hanno perso così rapidamente i mercati che controllavano a vantaggio degli autotrasportatori? Il cambiamento si spiega con una parola: la scrematura!

La scrematura, è questa concorrenza arrivata dalla strada e per la quale “nel 1935, al massimo della crisi, le ferrovie hanno perso un quarto del loro traffico, mantenendo inalterati i costi di esercizio; la perdita finanziaria è ancor più importante dato che il traffico perso era il solo che rapportava” (1).
In Francia, la strada trasporta le stoffe, i prodotti di valore, i manufatti. Tralascia il ferro, il carbone, la sabbia, così come i viaggiatori che beneficiano di riduzioni varie. Gli autotrasportatori trasportano solo quello che gli conviene. La responsabilità della decadenza della ferrovia è delle pubbliche autorità e dei funzionari dei Lavori Pubblici che non reagiscono: “Il termine “scrematura” è usato per designare questo fenomeno; ma la propaganda stradale già veglia per dissimulare la verità più limpida. Noi quì tocchiamo il primo elemento di una lunga catena di attitudini socio-politiche sconcertanti” (2), Sauvy si chiede perché le Poste siano state risparmiate dal fenomeno. La spiegazione è un miscuglio di fatalità, di rapporti politici e di elementi economici.

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