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La relazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas

L’anno 2006 è stato il quarto anno di crescita del prezzo del greggio con una triplicazione delle quotazioni che sono passate da valori attorno a 25 $/barile negli ultimi mesi del 2002 a valori superiori a 75 $/barile per i greggi più pregiati nell’estate del 2006 (Fig. 1.1, punto rosso dell’autore, fonte EIA).

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Il significativo calo dei prezzi negli ultimi mesi dell’anno è stato seguito da un andamento delle quotazioni a livelli elevati nei primi mesi del 2007, che ha riproposto il problema dell’instabilità dei prezzi di questo comparto energetico in presenza di un continuo stentato equilibrio tra domanda e offerta, che li rende pertanto molto sensibili a perturbazioni esterne.
L’anno è iniziato all’insegna dell’incertezza per l’esposizione del sistema di approvvigionamento a problemi di natura soprattutto tecnica causati dagli uragani Katrina e Rita il cui devastante impatto sull’ upstream petrolifero e sulla raffinazione nel Golfo del Messico era ancora lungi dall’essere stato assorbito. Nell’ultimo trimestre del 2005 il deficit nella produzione di greggio degli Stati Uniti veniva colmato soprattutto grazie ad aumenti nella produzione di alcuni paesi non OCSE (Russia e Angola) dato che la produzione OPEC era già ai livelli massimi sostenibili con interventi a breve. Il calo del prezzo del Brent da 64 $/barile come media del settembre 2005 a 55 $/barile in novembre e dicembre è stato subito seguito da consistenti aumenti a livelli prossimi a 65 $/barile a causa sia del forte calo delle temperature nel mese di gennaio 2006 sia della progressiva riduzione delle scorte.

Ma è con le persistenti crisi produttive in Iraq e nel delta del Niger e con le crescenti tensioni tra l’Iran e la comunità internazionale, avvicendatesi in fasi alterne nel corso della prima metà del 2006, che il prezzo raggiunge un nuovo massimo sfiorando i 75 $/barile, per attestarsi su livelli medi prossimi a 70 $/barile tra aprile e giugno 2006. Non sono state estranee all’escalation dei prezzi le manovre geopolitiche per la nazionalizzazione dell’industria petrolifera in Venezuela e Bolivia, come anche gli interessi industriali delle multinazionali americane e anglo-olandesi nei giacimenti russi, insieme che ha indotto la percezione di conseguenze negative per la sicurezza degli investimenti in capacità produttiva.

In questo clima di incertezza lo scoppio delle ostilità tra l’Hezbollah libanese e l’esercito israeliano a metà del mese di luglio non poteva che portare a un picco nel prezzo del greggio, anche se nessuno di questi due paesi è produttore di petrolio o passaggio di oleodotti internazionali. Il prezzo del Brent è aumentato progressivamente fino a sfiorare gli 80 $/barile, assestandosi a un valore di 74 $/barile come media del mese di luglio, prima di calare a seguito dell’arrivo della forza di interposizione multinazionale in agosto, a valori medi prossimi o inferiori a 60 $/barile nei mesi di settembre e ottobre.

Hanno contribuito al contenimento dei prezzi anche le condizioni climatiche relativamente stabili dell’area caraibica, in tale periodo dell’anno solitamente soggetta a uragani. Il successivo aumento del prezzo del Brent nei mesi di novembre e dicembre rappresenta l’effetto del deprezzamento del dollaro, dell’annuncio di tagli della produzione OPEC, nonché della rielezione del Presidente venezuelano Chavez. In gennaio e febbraio 2007, caratterizzati da temperature invernali insolitamente miti e da scorte petrolifere relativamente abbondanti, i prezzi sono scesi a valori medi inferiori a 55 $/barile; con il forte calo delle scorte a marzo e le persistenti tensioni internazionali, i prezzi sono tornati a valori prossimi a 70 $/barile.

Fonte AEEG.

Aggiornamento

oggi060707

Fonte : EIA.

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