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Grillo e la decrescita

Meeresstrand mit altem Boot

Il mio obiettivo, sin dall’inizio, era di rimpiazzare il motore a scoppio, proprio nel senso di toglierlo dalle strade. Geoffrey Ballard

Il Movimento 5 stelle, di cui Grillo è – ufficialmente – portavoce nazionale rappresenta da alcuni giorni una realtà radicale e radicalmente nuova nel panorama politico italiano. Intendo riassumere alcuni passaggi dell’evoluzione del pensiero (ed azione) del suo fondatore, di cui uno per conoscenza diretta. Sono un elettore del PD, non segue una critica ma la condivisione di elementi che ritengo utili ad una possibile riflessione sia da parte del M5s che del suo “naturale” alleato oggi, il PD.

Beppe Grillo in quanto comico-serio ha criticato da oltre 20 anni in maniera feroce e secondo me azzeccata, i vizi della politica italiana. Specialmente da quando è stato escluso dalla televisione e quindi portato a guadagnarsi il pane con spettacoli nei teatri, il suo messaggio ha acquisito una dimensione nuova: non solo “dovevano andare tutti a casa”, si doveva ripensare il modello economico in generale.

Ben ricordo il ragionamento dell’acqua in bottiglia (qui il ciclo) che viaggia su camion pieni solo all’andata e vuoti al ritorno. Una follia per un bene disponibile quasi gratuitamente che – però – pesa 1 litro al kg e il cui trasporto consuma moltissimo carburante, distrugge le strade (oltre ad intasarle) ed inquina l’acqua di falda.

NB L’acqua, secondo i dati Nielsen da scanner della GDO è il bene più venduto in Italia per fatturato!

Tuttavia, all’inizio nel messaggio di Beppe vi fu una critica radicale alla tecnologia in se, con distruzione dei computer sul palco: un luddismo a favore di artigianato ed agricoltura biologica, presumo.

Verso la metà degli anni ’90 venne alla luce un discorso più articolato su energia ed inquinamento. Si riconsiderava l’industria. Erano possibili tecnologie intelligenti e “buone” per produrre energia o auto pulite. Venivano mostrate immagini di auto elettriche a batteria ferme nei musei o dei prototipi (francesi?) da 1 litro/100km. In seguito, Beppe scoprì un agricoltore svizzero che produceva idrogeno con pannelli fotovoltaici sul tetto di casa per alimentare un furgone.

L’idrogeno: il sogno autarchico sull’energia. Il web ed il mondo interconnesso di Casaleggio stavano per arrivare.

Respirando sul palco dal tubo di scappamento del furgone Grillo intendeva dimostrare che era possibile autoprodurre un carburante rinnovabile, con energia rinnovabile. Tutto il ciclo era totalmente pulito.

Non era esattamente così.

Un dirigente della DeNora, storica fabbrica di elettrolizzatori milanese, fondata da Oronzio, (un ragazzo del 99), che in quegli anni estendeva le sue attività all’uso dell’idrogeno nelle celle a combustibile, gli spiegò che stava respirando degli ossidi di azoto (NOx) prodotti dalla unione di azoto e ossigeno nella camera di combustione del motore ad alte temperature.

Meglio dunque una fuel cell dove la stessa ossidazione dell’idrogeno avviene elettrochimicamente ed a 70°C e l’unica emissione è vapore acqueo! Gli venne così prestata una cella a combustibile per i suoi spettacoli e anche promuovere una tecnologia promettente per auto a zero emissioni. Era la fine degli anni ’90. I costi di sviluppo della tecnologia hanno ritardato, non ridimensionato, la promessa delle fuel cell, infatti, tutte le aziende automobilistiche (a parte la Fiat, che punta sul metano) ne hanno pianificato la commercializzazione.

Grillo non ha più parlato di carburanti rinnovabili ma solo di energia rinnovabile, reiterando un messaggio di decrescita dei trasporti e dell’economia in generale. Noi siamo sempre il paese più motorizzato al mondo.

La decrescita. Un tema a me caro, considerandomi un figlio intellettuale di Nicholas Georgescu-Roegen ed avendo come maestro il suo miglior discepolo Kozo Mayumi (cerca nel blog). Io condivido l’idea smeplice e terribile di Ivan Illich che oltre i 40 kmh i rapporti umani svaniscono!

Dunque Decrescita, ma di cosa? Di cose inutili trasportate ad alta velocità? Si, certo. No alla TAV? Non so… Sviluppo di piste ciclabili e tram nelle città, certo. Ed il trasporto privato? Prevedere spostamenti elettrici in città, magari in car-sharing. Non basta. Inoltre non considerare più l’idrogeno significa non considerare una reale politica di transizione dal petrolio in esaurimento. C’è una vision mi domando? Dico questo perche negli ultimi anni, oltre alla società a banda larga e alla democrazia liquida, mi sembra che Grillo non abbia più considerato strategie energetiche, politiche industriali o logistica.

Server, PC e cellulari necessitano di energia, poca ma affidabile e continua. Lavoro, industria e trasporti vogliono energia meccanica, quasi sempre fatta con combustibili. Così come moltissimo termico delle famiglie. Quali treni andranno ad energia eolica? Dici “No all’inceneritore”. Ok. Vediamo quanto ci si mette a fare il ciclo rifiuti-zero, nel frattempo si riempiono le discariche e si avvelena la falda acquifera.

E i rigassificatori? Serve l’alternativa-metano perche i biofuel sono morti! Il trattore a batteria non esiste. Nessuno aspira alla zappa ed alla vanga lasciando il trattore ad arrugginire. Infine, anche se si fanno leggi per gli orti urbani condivisi l’agricoltura organica sarà meccanizzata. Il più a lungo possibile. Con trattori per dissodare e treni e furgoni per trasportarle le calorie. Fino a quando si riuscirà…ad evitare l’Olduvai. Poi altro che consenso: “dal basso”  arriveranno gli affamati!

Si alla rete (che “ottimizza” oh, si!) e le relative tecnologie, ma che sia anche energetica!

Buona riflessione.

Hasta!

PS Vedi anche A Note on degrowth

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  1. gianfiorito
    13 Marzo 2013 a 18:31 | #1

    Il 26 febbraio è uscito La decrescita di Grillo? È religione, non economia di Giorgio Arfaras
    http://www.linkiesta.it/pensioni-decrescita

    Ecco cosa ne penso

    L’approccio di Latouche è sostanzialmente condiviso da Grillo. La critica esposta che imputa ad una fede che i limiti esistano è comprensibile in quanto gli esponenti della decrescita non sviluppano scientificamente ragioni e soluzioni della crisi del modello di crescita. Sono infatti principalmente filosofi, focalizzati sulla morale consumistica.
    Andando un po più a fondo si capisce che i limiti sono rappresentati dall’EROEI delle risorse energetiche. In rapido calo: il rapporto petrolio prodotto : petrolio consumato diminuisce in modo preoccupante. E’ questa energia in eccesso che ha reso possibile la rivoluzione industriale, le macchine per fare le macchine per produrre con meno lavoro. In primo luogo in agricoltura poi nell’industria pesante infine nella tecnologia informatica.
    Siamo una società tutta fatta di servizi perche agricoltura ed industria ci danno calorie e kWh con pochissimi impiegati e moltissimo capitale, ma questo sta finendo. In primo luogo perche il surplus energetico diminuisce e serve sempre più capitale per mantenere il sistema energetico in sé e quelli industriale ed agricolo per sfamare rispettivamente macchine ed esseri umani.
    Inoltre, al di là della decrescente resa in EROEI, si verificano tre fenomeni che diminuiscono la torta: 1) esaurimento delle risorse nel sottosuolo; 2) contaminazione delle superfici di suoli e fiumi da scarti; 3) inquinamento locale e globale dell’aria respirata.
    Quindi la decrescita del movimento degrowth à-la-Latouche opera in senso di una società agraria, fatta di molti piccoli contadini chge producono localemente del biologico a km 0. Un mondo fatto di tecnologia leggera per diffondere il sapere e mosso da minori trasporti (per le persone e per il piacere) a muscoli o elettrrici. Tuttavia, ricordando che oggi l’1% della popolazione è impiegata in agricoltura, il 90% delle persone e cose usano energia fossile per vivere e muoversi e che l’energia rinnovabile è ancora al 10% nei migliori casi, la transizione non sembra ne rapida nè dolce o graduale.

    Letture accessorie

    PE$CO2 database http://t.co/8761jel3q1
    Elementi per comprendere la rigidità tra energia e capitale
    http://www.locchiodiromolo.it/blog/wp-content/uploads/2012/03/Fiorito-KE-substitution-for-Climate-Oil-Peak.pdf
    Grillo e la decrescita http://www.locchiodiromolo.it/blog/grillo-e-la-decrescita.html
    Petrolio vs. PIL http://www.locchiodiromolo.it/blog/petroliovs-pil.html

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