La delusione di Google sull’auto ibrida “alla spina”
In questi giorni di crisi, anche grazie agli incentivi, il mondo dell’auto cerca di ritrovare un po di ottimismo. Tuttavia, gli scenari tecnologici possibili sono alquanto ristretti: sembra, infatti, che le ibride convertite in plug-in, aggiungendo delle batterie extra non vadano così bene…
Negli Stati Uniti, sulla scia dei prezzi del petrolio della scorsa estate e della crisi economica attuale, è nato un movimento di massa che spinge per accelerare l’introduzione sul mercato di auto ibride che, al contrario delle commerciali, in cui il motore a scoppio ricarica le batterie (Prius, Insight ecc.) possano ricaricarsi alla presa di corrente.
Sulla scia dell’entusiasmo per le plug-in, Google ha iniziato un progetto di valutazione della tecnologia plug-in, convertendo 10 auto ibride in plug-in.
L’idea delle plug-in è quella di aumentare la potenza elettrica rispetto a quella del motore a scoppio tradizionale, aumentando l’autonomia in modalità elettrica. Questo risolve costi (l’elettricità costa meno della benzina) ed inquinamento locale. Il vantaggio del viaggiare elettrico si trova nei centri urbani dove i frequenti stop-and-go causano un pessimo rendimento del motore a scoppio tutto a vantaggio della trazione elettrica. Per approfondimenti vedi Elementi decrescita (a pag. 6).
Purtroppo i limiti dovuti al peso delle batterie stanno causando un crollo dell’entusiasmo presso i sostenitori di questa soluzione (e dei partigiani del litio in generale).
Le auto plug-in hanno una autonomia di 50 miglia al gallone (mpg) e non di 100 o 150 come affermato prima di iniziare l’esperimento di conversione di 14 Toyota Prius.
Il costo delle batterie di 10.000$, con un’economia di carburante di 50 mpg, equivalente a 21 km/litro, si traduce in un risparmio di 200$/anno, senza contare costo (ed inquinamento) dell’elettricità. Questo significa 50 anni per l’ammortamento delle batterie…
Anche considerando un dimezzamento del prezzo (5.000 $) servirà comunque un’economia di carburante di 80 mpg (33km/lt) per rendere accettabile il costo extra.
Teoricamente, l’autonomia in modalità elettrica è di 30 miglia (48 km), ma, in pratica, su strada si riduce: “i guidatori accelerano bruscamente e le batterie si prosciugano“.
Chi comprerà un’auto “ecologica” che fa 30 km in modalità elettrica?
“Google è in imbarazzo con i risultati ottenuti” dice Tom Turrentine, direttore del Centro Ricerca per le Auto Plug-In, all’Università della California, Davis, Calif. “Penso che dobbiamo essere tutti molto cauti , quando si dichiara che si avranno 100 o 150 mpg, si creano delle attese forti e questo conduce alla delusione. Dobbiamo fare i conti con la realtà”
Via | Seattle TImes