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Il Bioeconomista – 3 idee ed una Introduzione alla bioeconomia

3 IDEE

1) FINE DEL MINERAL BONANZA. La crescente scarsità delle fonti fossili di energia risulterà necessariamente in una stabilizzazione dei consumi dei paesi. In qualche caso i MWh pro capite annui si assesteranno ad un livello di molto inferiore all’attuale, in altri raggiungeranno un picco per poi stabilizzarsi.

Tra gli indicatori candidati a tale misura potrebbero trovarsi i consumi totali di energia primaria/hab, i barili al giorno per abitante o (meglio) i consumi energetici per ora di attività umana, tenendo, cioè, conto della struttura demografica della popolazione (vedi pag.8).

Un grafico con l’unità di energia diviso la popolazione dovrebbe mostrare “l’assestamento” in corso nei paesi industrializzati degli ultimi anni.

2) SIGMA < 1. La complementarietà tra energia e capitale è alla base della crisi finanziaria attuale. I paesi caratterizzati da economie parsimoniose di energia, mobilità sostenibile ed energie rinnovabili opereranno una decisa e “visibile” ristrutturazione in favore del fattore lavoro a discapito del capitale e dell’energia. Tale cambiamento dovrebbe accompagnarsi ad una de-gerarchizzazione sociale, misurabile con, ad esempio, il coefficiente di Gini.

La ricerca econometrica dovrebbe, quindi, concentrarsi sullo studio della complementarietà tra energia e capitale e della sostituibilità tra questi due ed il lavoro. Dovrebbe poter essere possibile mostre che un’economia parsimoniosa di risorse (energia e materia), valorizza necessariamente il lavoro, diminuendo i consumi di energia e materia e, soprattutto, i rifiuti, operando per politiche rifiuti-zero.

La valorizzazione del fattore lavoro è la chiave per una democratizzazione di fatto delle società moderne. Si diceva che un’ora di lavoro doveva equivalere ad un chilo di pane, è vero oggi? Da cosa è data la diseguaglianza tra le persone? E come si può rendere “giusta” una diseguaglianza?

Una leva fondamentale è quella delle spese per energia e trasporti. L’aumento del costo di energia e mobilità, ad esempio, rischia di divenire drammatico in una fase di crisi dei redditi. In questo senso, l’ambizione all’auto nuova è un esempio di totale miopia del consumatore (la scelta dell’automobile, infatti, viene operata sottovalutando i costi variabili, quali carburante, manutenzione, assicurazione, parcheggio, multe, tempo perso ecc.).

La possibilità di accedere al trasporto pubblico è, al contrario, corrispondente ad una diminuzione della diseguaglianza tra le persone. Idem per la possibilità di muoversi in bicicletta.

Non è più questione di reddito minimo garantito, posto fisso o tassazione dei ricchi, quanto della diminuzione delle spese obbligate. Si tratta di passare dal concetto di cittadino-consumatore di beni al cittadino fruitore di servizi.

Questo avverrà comunque. Dalle decisioni prese oggi, dipenderà se si debba passare per una fase di capitalismo predatorio (di risorse) ed instabilità sociale (dovuta alla diminuzione del reddito disponibile), oppure, operando la necessaria ristrutturazione, si riesca a governare la transizione verso un’economia a bassa intensità di energia, in cui le energie rinnovabili siano prioritarie, riscoprendo artigiani, riparatori, riciclatori, assemblatori ecc.

3) RETE DI EFFICIENZA E DI DEMOCRAZIA. Sul fronte delle soluzioni, viene ad inserirsi la democratizzazione dell’informazione operata dal web. Internet può essere considerato un uso benedetto di elettroni intelligenti, che arriva proprio al momento in cui la disponibilità di energia e materia inizia a scarseggiare.

Il web equivale alla democratizzazione dell’informazione e dunque delle risorse e del sapere. In tale scenario di informazione trasparente ed immediata, la maggior parte dei materiali e delle risorse dovranno essere consacrati alla costruzione e manutenzione delle infrastrutture fisiche di trasporto (treni, strade), ospedali, scuole, attività agricola e realizzazione di componenti meccaniche essenziali.

Da un punto di vista distributivo, si assiste già in questi anni alla diminuzione delle intermediazioni nella catena del valore. Un risultato auspicabile è che il lavoro guadagni parti sostanziali del valore aggiunto delle merci.

I prodotti usa e getta saranno un ricordo. Televisione e telefonini diventeranno uno strumento di comunicazione e non un fine per riempire (passivamente) il tempo, che trascorrerà in modo utile o per un sano tempo libero, sia come ozio che per divertirsi.

UNA LEZIONE

Di seguito un abbozzo di Introduzione alla bioeconomia:

Introduzione alla bioeconomia 10 slides

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