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L’inutilità dell’ora legale 02

Quasi un anno fa, avevamo già parlato di come spostare in avanti le lancette non serva a ridurre in consumi di elettricità. Ora lo studio scientifico:

Does Daylight Saving Time Save Energy? Evidence from a Natural Experiment in Indiana, di Matthew J. Kotchen e Laura E. Grant.

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Foto | Astronaut
Sintesi articolo
La storia dell’ora legale è lunga e controversa, risalendo alla prima guerra mondiale. Esiste, ad oggi, pochissima evidenza scientifica della sua efficacia. L’articolo prende spunto da un esperimento condotto dello stato dell’Indiana per stimare empiricamente gli effetti sui consumi elettrici negli Stati Uniti. Il primo studio dagli anni ’70.
Gli autori, Matthew J. Kotchen e Laura E. Grant si sono concentrati sulla domanda del settore residenziale usando, per la prima volta, dei micro-dati delle famiglie. Il dataset consiste di oltre 7 milioni di osservazioni sulle bollette mensili di quasi tutti i residenti del sud Indiana durante tre anni.
Tra i risultati principali, troviamo che l’ora legale, contrariamente agli obiettivi, aumenta la domanda di elettricità residenziale (le stime variano dall’1 a 4%). Appare anche che l’effetto non è costante lungo il periodo: in primavera vi sono dei risparmi, in seguito l’effetto diminuisce cambia di segno e sembra causare i maggiori aumenti durante la fine.
Questi risultati appaiono coerenti con le simulazioni condotte che individuano un punto di tradeoff tra la riduzione di domanda per l’illuminazione e l’aumento di domanda per riscaldamento ed aria condizionata.
Basandosi sulle date dell’ora legale prima dell’allungamento del 2007, gli autori stimano un aggravio della bolletta elettrica per le famiglie dell’Indiana di 8,6 milioni di dollari l’anno e di costi sociali dovuti all’aumento dell’inquinamento da 1,6 a 5,3 milioni di dollari l’anno.
Vedi anche: Of Canon Fire and Daylight Savings Time di Maura J. Casey sul New York Times.
Aggiornamento
Blogeko ha pubblicato un post in cui si cita uno studio dell’Università della California che prova come l’ora legale non serva a risparmiare energia.
Aggiornamento 2
Terna afferma invece che si possono risparmiare 84 milioni di €:

Ora legale: in 7 mesi risparmi per 84 milioni di euro Spostando le lancette degli orologi un’ora in avanti, con più luce disponibile si prevede, durante i prossimi 7 mesi, un risparmio complessivo dei consumi di energia elettrica pari a 646,2 milioni di chilowattora (645,2 milioni di kWh il minor consumo del 2007). Dal punto di vista economico, considerando che un chilowattora costa in media al cliente finale 13 centesimi di euro al netto delle imposte, la stima del risparmio relativo all’ora legale per il 2008 è di 84 milioni di euro, sostanzialmente in linea con quanto l’Italia ha risparmiato lo scorso anno. Con l’ora legale, dal 2004 al 2007, il Belpaese ha evitato il consumo di oltre 2,5 miliardi di chilowattora corrispondenti a circa 300 milioni di euro. E’ quanto ha rilevato Terna, la società responsabile in Italia della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad alta tensione, in occasione del passaggio all’ora legale. L’ora solare verrà ripristinata il 26 ottobre 2008. Aprile campione del risparmio energetico: ammonta infatti a oltre 169 milioni di chilowattora (pari al 26,2% del totale) il minor consumo di energia elettrica stimato per questo mese (in autunno il primato va invece al mese di Ottobre con circa 200 milioni di chilowattora risparmiati). Ciò è dovuto al fatto che Aprile ha giornate più corte in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno funzionamento. Nei mesi estivi da giugno ad agosto, invece, poichè le giornate sono già di per sé lunghe, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, ed è perciò meno marcato in termini di risparmio di elettricità.

da E-gazette

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