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Petrolio, Italia ed Informazione

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Foto da Fotocommunity

Curzio Maltese sull’ultimo Venerdì di Repubblica constatava amaramente come in Italia i politici non parlino quasi mai di ambiente. Nonostante l’allarmante rapporto dell’OMS sulla penosa situazione sanitaria dell’aria nelle grandi città italiane o le statistiche europee sugli incidenti stradali, la grande informazione (giornali e TV) dibatte di scalate fallite, attribuzione del tesoretto, necessità di elezioni (la destra) e futuri leader di partiti in statu nascendi (la sinistra).

Inoltre, dice Maltese, gli ambientalisti nazionali si mobilitano per impedire la costruzione di treni veloci (che Francia e Germania invece fanno), mentre degli agguerriti comitati di quartiere bloccano, al livello locale convincono dei sindaci, spesso di sinistra, ad annullare i progetti di nuove linee di tram.

L’informazione via web, al contrario, si sta concentrando sulle iniziative politiche a livello internazionale per contrastare gli effetti del riscaldamento del pianeta e sul fenomeno del picco del petrolio. Ma questo non sembra interessare la maggioranza delle persone.

La galassia dei blog energetici ed ambientali persiste nel cercare di ovviare a questo stato di cose, anticipando gli effetti su portafoglio ed abitudini consolidate che la scarsità di risorse in un mondo dal clima selvaggio produrranno per tutti.

Ecoalfabeta, ad esempio, ha appena pubblicato 3 post di informazione sintetica sul picco del petrolio (1, 2 e 3).

A complemento della sua analisi, centrata sulle quantità, propongo dei dati sui prezzi del petrolio che, confermando la teoria dal punto di vista della produzione, lascia intuire l’urgenza di sviluppare fonti alternative, per i consumatori.

Rispetto alla maggior parte dei bloggers, ritengo sia l’idrogeno la tecnologia-chiave per transitare il mondo dagli stock di energia fossile ai flussi di energia rinnovabile, poiché permettendo di stoccare tali flussi, permette la creazione di valore aggiunto ottimizzando discontinuità e dispersione della loro produzione. Ma rispetto le diffidenze in proposito dei “leaders” della materia…quali ASPO e Petrolio.

Ecco dunque i prezzi recenti dell’oro nero:

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Credo sia lecito affermare che, a differenza che in passato, l’aumento sia determinato da decisioni economiche di limiti di domanda e non politiche (Egitto di Nasser), che oggi sono motivate da scelte strategiche dei paesi produttori (ottimizzazione della rendita nel tempo), vedi A paradigm shift , in proposito.

Finalmente, leggendo i prezzi in euro, si può intuire la dimensione del problema per chi gli aumenti li contabilizza in dollari..

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  1. 20 Giugno 2007 a 13:51 | #1

    Trovo assai interessante la tua osservazione sul fatto che si faccia pi? informazione ambientale/energetica sui blog che non sui giornali e alla TV.
    Speriamo quindi in maggiori visitatori! Grazie per aver linkato i post sul piccoil comment e i link. Notevole il grafico con i dati sui prezzi (finalmente in ?/litro!). dove hai trovato questi dati? Che tu sappia, la “regressione” ? una media mobile o una interpolazione? (mia curiosit? matematica)

    Per quanto riguarda l’idrogeno, credo che la “diffidenza” di ASPO e in parte anche mia, sia di avere disponibilita energetica rinnovabile a monte, senza la quale, ahim?, con l’idrogeno non ? possibile fare nulla.
    Per quanto riguarda l’immagazzinamento di energia, hai qualche informazione o link sui vantaggi dell’idrogeno rispetto alle batterie pi? o meno tradizionali?
    Grazie e a presto

  2. gianfiorito
    20 Giugno 2007 a 16:17 | #2

    Ti ringrazio, sono dati dell’energy information admnistration http://tonto.eia.doe.gov/dnav/pet/hist/rbrted.htm
    sistemati un p?, con tasso di cambio e portati in litri, (la regressione ? polinomiale). Con l’idrogeno, anche da fossili, si possono fare molte cose, perche complessivamente pi? efficiente del motore a scoppio.

    Nella categoria relativa sul mio blog trovi parecchio materiale. In effetti cerco proprio di spiegare che l’energia non ? “pane” ma (la rinovabile) un flusso, ? come se stessimo in riva ad un fiume.

    Se si hanno dei pannelli solari c’? una bacinella bucata con cui attingiamo per un tempo limitato, mentre l’idrogeno lo fa diventare pane, che, tralaltro non si secca, se ne perde un po ma ci si fanno andare le auto (o i trattori) e ci si illumina la casa o alimenta un server, affidabilmente.

    Vedi, rispetto alle batterie, penso che sia come tentare di mantenere “in potenza” un’energia che tende invece ad esprimersi: le batterie sono fragili, inefficienti, costose e anche pericolose, si surriscaldano, incendiano ed esplodono.

    La separazione del carburante dal mezzo di conversione (nelle fuel cell) rende tutto molto pi? sicuro ed efficiente. Nel post “Da dove verr? l’idrogeno” (e in altri) spiego i vantaggi, ad esempio in termini di superficie impegnata. Vedi anche “I 20 miti..”
    Ciao

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