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Verde e Nera, Roma nostra

E’ uscito il Rapporto Osservasalute Aree metropolitane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma…”Il Gemelli” per i romani. Un rapporto incapace di fornire strumenti di politica urbana per la salute dei cittadini.

Roma detiene due primati: quello di città più verde d’Italia e con il più alto tasso di smog (e di motorini in circolazione). Brum! brum!

La Capitale d’Italia, con 131,7 metri quadrati di parco per abitante, risulta essere la città con il maggior rapporto tra abitanti e verde a disposizione.

Un primato senza benefici a causa dello smog.

Questo il succo del documento presentato all’Università Cattolica di Roma e coordinato da Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene di Medicina e Chirurgia alla Cattolica di Roma che in sede di presentazione ha aggiunto

“Roma è seconda solo a Oslo per quantità di spazio verde a disposizione dei cittadini ma siccome la capitale norvegese ha solo mezzo milione di abitanti si può affermare che la nostra [Roma] è la più verde al mondo”

Viene da chiedersi – E’ questa la cosa “da dire”?

Infatti, nei dati Istat presentati, l’aumento tassi di mortalità per tumori maligni è ben evidente:


Infatti, nel testo, il commento è quantomeno ambiguo:

Fra gli anni 1997-2001 si confermano, nelle province metropolitane considerate, i trend in decremento ed in aumento, rispettivamente, negli uomini e nelle donne, relativamente ai tumori di trachea, bronchi e polmoni. Tali andamenti sono strettamente correlati con i trend dell’abitudine al fumo. [?!?!?] Occorrerebbe, quindi, da un lato incentivare la cessazione dell’abitudine tabagica nelle donne e dall’altro incrementare le attività di promozione alla salute orientate a non far cominciare l’abitudine fra i giovani.

Sicuri che sia il fumo delle sigarette?

Abituati ad utilizzare soprattutto mezzi privati i cittadini romani spesso si giustificano sottolineando la mancanza di una rete metropolitana capillare, che spinge a servizi di moto o automobili per raggiungere soprattutto il posto di lavoro. Il fenomeno porta Roma ad essere catalogata come una città con il maggiore rapporto tra popolazione e numero di motorini (seconda solo a Mumbai) pari a circa 143,7 per 1.000. Queste le cause, quindi, che fanno annullare quasi completamente i benefici che potrebbero derivare da così ampi spazi verdi presenti sul territorio metropolitano.

Per respirare l’aria più pulita dello Stivale bisognerà perciò spostarsi al sud, a Reggio Calabria, dove le polveri sottili e lo smog sembrano non essere un problema come invece è per le grandi città italiane: molto traffico, poco verde, mobilità pubblica inefficiente anche se, fortunatamente, le eccezioni ci sono; si tratta di Bologna e Firenze, che spiccano tra tutte per eco-compatibilità.

Il rapporto nelle 07 sintesi e conclusioni (p. 65) afferma:

Le malattie del sistema circolatorio risultano essere la prima causa di morte per le popolazioni delle aree metropolitane e gli uomini sono maggiormente interessati da tale fenomeno. Si osserva, per entrambi i generi, una eterogeneità territoriale e tassi di mortalità più alti nelle regioni meridionali.

Per la mortalità per tumori è evidente un gradiente Nord-Sud, con le province settentrionali che hanno tassi più elevati. Venezia e Trieste sono le province in cui, rispettivamente, gli uomini e le donne muoiono più frequentemente per tale patologia. Trieste è anche la provincia dove si registra un aumento considerevole dei tassi di mortalità per disturbi psichici per entrambi i generi.

Per quanto riguarda la mortalità infantile e neonatale si osserva, in tutte le province metropolitane, un trend in diminuzione. Si registrano, inoltre, notevoli differenze territoriali, con le province di Messina e Trieste che si trovano agli estremi opposti del range.

Notevoli le Raccomandazioni di Osservasalute per il PM 05 ambiente (pag 49)…

Benché l’adozione di centraline “gravimetriche” per PM10, in base al DM n. 60 del 02/04/2002 ed in conformità alla Direttiva 99/30/CE, abbia generato non pochi problemi di valutazione del particolato per molte città che erano sprovviste di stazioni di rilevamento conformi, i dati suggeriscono la necessità di attuare provvedimenti a breve, medio e lungo termine per ridurre efficacemente la concentrazione di particolato, altrimenti pericoloso per la salute.

La riduzione o il blocco del solo traffico autoveicolare si sono dimostrati rimedi inefficaci a lungo termine, se non associati ad una politica strategica di potenziamento, ammodernamento e conversione ad energie pulite e/o  rinnovabili (a celle solari, ad idrogeno, a ricarica elettrica etc.) tanto dei trasporti pubblici (ma anche privati,  attraverso incentivazione), quanto dei sistemi di riscaldamento (geotermici, eolici, a scambiatori di calore etc.), per  altro dotandoli di opportuni filtri depuratori per il particolato.

L’identificazione di aree industriali all’interno del Piano di Urbanizzazione Territoriale, in modo che queste possano svilupparsi verso direzioni asservite da infrastrutture di trasporto (strade, ferrovie, canali navigabili etc.) senza che vi sia commistione con le aree residenziali e/o storiche e, inoltre, la creazione di parchi e/o spazi verdi dotati di piante ad assorbimento di inquinanti possono rappresentare metodi efficaci e strategici, benché inizialmente costosi, per controllare l’emissione e la depurazione del particolato.

Rapporto alternativo sul verde urbano

Secondo un serissimo studio su 386 città: The scaling of green space coverage in European cities, di  Richard A. Fuller e Kevin J. Gaston (2009) la situazione è un po diversa.

La percentuale di areee verdi varia 1.9% di Reggio di Calabria,  akl 46% di Ferrol, Spagna.

Gli autori concludono:

  • In futuro i residenti averanno MENO accesso a spazi verdi con la crescita delle città, a meno che vengano prese delle misure per mantenerne accesso e livello nella pianificazione urbana.
  • Oltre ai tradizionali parchi è auspicabile che gli alberi piantati in strada, giardini privati e orti urbani divengano spazi verdi per i residenti. [Ritorno ai “commons”?]
  • Gli autori racconandano che vega pianificata sistematicamente la conservazione per l’organizzazione del verde urbano  nello sviuppo delle città in futuro.

Approfondimenti| Urban Audit

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