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Neve, sale e grandi numeri

O_O

Oggi si è capito che non è cosa semplice attibuire quello che non ha funzionato a Roma.

Non è colpa di Alemanno e della capacità di leggere i numeri della protezione civile (che moltiplicano i millimetri di pioggia in caso di neve, divenendo centimetri).
E’ un caos previsto. La neve ci sarà. Si sapeva.

E’ tutta una città che si trasporta su gomma. “l’attrito della ruota di mozzarella su carta vetrata, opposto alla leggerezza della biglia di acciaio che scorre sul vetro” [Prof.ssa Silvia Tamburini, Lic. Mamiani, a.d. 1984].

La mozzarella sono gli pneumatici di tutti i nostri mezzi di traporto individuali, la carta vetrata l’asfalto. La biglia è d’acciaio, come la ruota del treno (o del tram) ed il vetro si chiamò ROTAIA:

guida metallica generalmente appaiata in un binario, costitente il piano di rotolamento delle ruote di un veicolo ferroviaro o simile” (N. Tommaseo – B. Bellini, 1865-1879).

Ovviamente è molto complicato spazzare instantaneamente tutte le strade di Roma in un pomeriggio di venerdi nel pieno di una rush hour per 4 milioni di persone, quasi tutte in macchina. Non bastava il sale.

Altrove, fuori città, tempo fa, c’era una strada, una strada sola dove le energie ditutti si potevano concentrare e la strada poteva essere pulita, assicurando i viveri e calore.

Se per 2 giorni non circolano i camion, perche non circola nessuno, come si riesce ad assicurare i viveri. E’ una debolezza di un sistema su gomma che non produce localmente, né segue le stagioni.

Allora la ruota giusta qual’è? La ruota è sgonfia o rigida?
E il motore? Brum brum o elettrico?
Basici principi fisici svelano l’enorme inefficienza del primo sistema di trasporto.
Il sistema di trasporti italiano che comporta:

  1. bruciare petrolio, con grandi perdite per la società;
  2. creare guadagni per un complesso conglomerato di interessi – finanziari e reali – che”ruota” [sic!] intorno ad auto, peumatici, (appalti e costruzione di) strade e carburanti.

Questo per parlare di come tecnologicamente ci si muove. Tentando di capire dove umanamente si va, vediamo la neve.

La neve. Non solo rallenta ma ravvicina – anche forzosamente – il nostro spazio. “Muoviti meno” ci dice. Tutti col fiatone

In queste brevi ore di luce pomeridiana non nevica. La neve caduta si scioglie e ci si muove. La vita ovattata sorprende allegra ed anche i pochi metri davanti casa sono pensati e vissuti. Il piano del pomeriggio pensato giovedì salta. Si improvvisa e ci si conosce nel vicinato bianco.
Chiunque viva nel legno sa cosa fare: preparare il caldo per stasera. L’energia è profumata e bruna, solida e manuale. Viva i camini, per chi li ha oggi!

Ops, dimenticavo, i grandi numeri sono per pensare che dall’ultima nevicata è passata una generazione! Troppo per preparare gli spazzaneve.

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