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Il rapporto ACI-Censis sulla Mobilità 2007

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Foto da Fotocommunity

Andiamo meno in macchina, anche perché in macchina si “va” di meno per forza, stando spesso fermi!

Il fenomeno era già stato evidenziato nel rapporto del 2005: i costi di gestione – primissimo tra i quali la benzina – stanno portando sicuramente gli italiani a “gestire” il mezzo privato con più parsimonia rispetto al passato.

Tra i fattori determinanti :

  • la demografia;
  • la capacità adattiva degli italiani alle restrizioni alla mobilità;
  • la tecnologia (specialmente internet, che con l’e-commerce annulla parte degli spostamenti privati e spinge gli spostamenti commerciali e della piccola logistica).

I dati di partenza

L’Italia, con un veicolo per abitante è il paese più motorizzato d’Europa (e Roma è la città più motorizzata d’Italia). Il rapporto è esplicito: “Un parco veicoli circolante esteso a tal punto porta il nostro Paese al primo posto in Europa per numero di auto immatricolate sul totale degli abitanti. Un fenomeno che diventa ancora più urgente in ragione della particolare conformazione di molte città, caratterizzate da centri storici e strade strette”.

Secondo la Commissione Europea, la media dei nostri tragitti in macchina è di solo 4 km.

Gli automobilisti più giovani sono i maggiori utilizzatori di mobilità privata sia su 4 che su 2 ruote, mentre avanzando con l’età si ricorre più frequentemente al trasporto pubblico urbano e si cammina più spesso a piedi, anche perché, come rileva il sondaggio, il piacere dell’auto diminuisce.

E’ da evidenziare che dai 65 anni in poi, incrementa ulteriormente il ricorso ai mezzi pubblici ma diminuisce la frequenza delle passeggiate a piedi. Tale contrazione è verosimilmente connessa alle più o meno compromesse capacità fisiche ma in ogni caso si attesta su valori superiori a quelli registrati per la fascia di età dai 18 ai 29 anni.

Si può dunque affermare che, con l’avanzare dell’età, l’approccio alla mobilità privata diventa progressivamente più intermodale, anche se i disagi rispetto al trasporto pubblico mantengono la medesima intensità; anzi per alcuni aspetti si acuiscono con l’invecchiamento.

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Lo studio rivela un basso utilizzo ed insoddisfazione del trasporto pubblico sia a causa dello scarso comfort dei veicoli (39.7%) sia per la carenza dei collegamenti (34.6%). Non trascurabile è anche la quota di intervistati che lamenta orari delle corse incompatibili con le proprie esigenze (27.3%).

Gli impenitenti dell’auto

Gli impenitenti dell’auto, o coloro che non ritengono utile o possibile alcuna iniziativa, sono soprattutto uomini (43.1%), residenti in comuni di medie dimensioni (30-100 mila abitanti; 46.1%) e che percorrono oltre 20.000 km medi annui e giovani.

Rispetto al passato, la propensione a rinunciare al veicolo privato appare in diminuzione. Se nel 2005, il 48.0% degli intervistati dichiarava che poteva fare a meno dell’auto privata per alcuni gioni a settimana, tale percentuale ad oggi scende al 34.8% (-13.2%). Ad oggi il 41.0% dei patentati è del tutto contrario a rinunciare alle 4 ruote, contro il 36.0% registrato
nello scorso anno.

La quota degli auto-dipendenti, pari al 41.0% del campione, corrisponde in modo quasi speculare (87.0%) agli automobilisti che dichiarano che nessuna miglioria del trasporto pubblico potrebbe attrarli verso tale tipo di trasporto.

Gli innovatori sono gli anziani

Sondando l’opinione sui provvedimenti di pedaggio dei centri storici i risultati sono tiepidi, tuttavia migliorano con l’età degli intervistati

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ma peggiorano con la latitudine..

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L’opinione personale

Credo che l’invecchiamento della popolazione, cambi molto la tipologia di mobilità. La pericolosità dei conducenti può stimarsi facilmente con le franchigie delle assicurazioni RC Auto (vedi il sito ANIA). E’ evidente che gli anziani sono più prudenti.

Detto ciò, tuttavia, ritengo che le persone e a maggior ragione gli anziani, dovrebbero potersi muovere SENZA l’auto.

La priorità è la realizzazione di reti ciclopedonali urbane, così come il ripristino di percorsi ciclopedonali extra urbani (es. Via Francigena), che possono attrarre un turismo nuovo nelle zone a bassa densità urbana (Sentiero dei Briganti).
I prodotti per la mobilità dovrebbero anche adattarsi agli anziani: auto elettriche a cambio automatico (presto a idrogeno) bici elettriche, carrozzelle.

Nel campo dell’ingegneria stradale, i limiti a 30/40 all’ora nei centri storici sono solo civiltà;

nei punti critici, dossi e vasi per rallentare;

le corsie devono essere disegnate su tutta la lunghezza e non solo in prossimità dei semafori;

Palmo a palmo i cittadini delle città si stanno riprendendo lo spazio rubato con l’allargamento dei marciapiedi, con ponti, piazze ed ascensori pedonali.

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