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Il picco dell’auto

18 mesi fa parlavo di come il mondo dell’auto stesse cambiando. Un cambiamento critico e strutturale, che andava nel senso di diminuzione delle vendite, con annessi rischi per l’occupazione dovuti all’evolversi della politica industriale del Gruppo Fiat.

Oggi i rischi diventano paure: chiusura di stabilimenti e riduzione dell’indotto sono possibili. La questione che si pone è che le auto hanno passato il picco, almeno nell’area OCSE.

Le vendite calano in Italia, strutturalmente (dati Acea):

mentre negli altri paesi la situazione è la seguente:

ma l’aumento nei paesi baltici conta pochissimo, come si vede dalle vendite:

infatti quei paesi “pesano” pochissimo, sono 5 i paesi che contano:

Come riporta Debora, l’auto non attira i giovani, non è uno status symbol, preferendo lo smartphone dove viaggiano l’informazione che ti consente di muoverti per piacere e – forse – con più leggerezza. Per non parlare dell’efficienza delle auto, che non aumenta.

Tornando all’Italia, la quota di mercato Fiat in Europa torna ai livelli 2009:

La questione è: si deve continuare a pensare che le auto saranno il motore di sviluppo o serve pensare ad un altro motore, coerente con la necessità di una infrastruttura sostenibile ecologicamente e duratura economicamente di trasporto: treni tra e tram nelle città?

Approfondimenti

Il picco del diesel, Antonio Turiel

The Coal Question, Willian Stanley Jevons (pdf pag. 213)

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