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Elettrosmog ed altre storie

plitvice
Foto: Tobi…H.

Volevo assolutamente parlare dell’inquinamento elettromagnetico che, troppo lentamente studiato, si sta rivelando un serissimo danno per gli operai della natura (come le le api e i passerotti), Electronic smog ‘is disrupting nature on a massive scale, in cui si spiegano gli effetti indesiderati dei cellulari, del Wi-Fi ed altre fonti di elettrosmog.

L’articolo descrive il lavoro trentennale del Prof. Ulrich Warnke, in cui si trova conferma della perdita del nido per le api e del disorientamento degli uccelli migratori a causa delle antenne. Da approfondire, costantemente (le comunicazioni, con il trasporto aereo, sono tra i principali settori a rischio di decrescita forzata, drammatica e, forse, addirittura critica).

…ma…

2) L’Incipit di It’s just a phase, di Kurt Cobb merita:

– Alcuni ecologisti radicali (deep ecologists) hanno sostenuto che l’agricoltura sia un errore fondamentale dell’evoluzione umana e che abbia creato più problemi di quanti non ne abbia risolti.

– Un numero maggiore di persone ritiene che sia stata la scoperta dei combustibili fossili e il loro contributo alla rivoluzione industriale che abbiano condotto in un vicolo cieco la storia umana. Dopo tutto, la potenza dei carburanti fossili nelle mani degli uomini, ha permesso a questi di modificare l’ecosfera in profondità e le conseguenze non minacciano solamente il futuro umano, ma il futuro di ogni specie vivente del pianeta.

– Infine ci sono coloro, probabilmente in numero maggiore, i quali credono che abbiamo semplicemente fatto cattivo uso della nostra abilità tecnologica e che, incanalando tale intraprendenza verso una armonizzazione con la natura, riusciremo a sopravvivere noi e la società tecnologica, permettendo, al contempo, alla natura di rifiorire.

Il brano mi porta spontaneamente al pensare al deepest ecologist: Georgescu.

Puntando alle più intime contraddizioni del dogma economico, sia capitalista che comunista, Georgescu ha smascherato la follia del consumismo, sostenuto ambiguamente, dalla teoria economica ufficiale (“la Chiesa”, come la chiamava lui). Georgescu ha rotto i miopi confini della teoria economica ufficiale accademica, per sconfinare nella prospettiva della sostenibilità, sia a valle, nel bel mezzo del tema dell’inquinamento, che a monte, in termini di esaurimento delle risorse (materie prime, terreni fertili, energie fossili, picco petrolio ecc.).

Le conseguenze dell’introduzione della dimensione entropica operata da Georgescu hanno sconvolto gli arcivescovi della gerarchia della chiesa degli economisti: scienziati di ogni disciplina hanno iniziato a monitorare gli effetti dell’attività economica (o “antropica”), i media hanno iniziato a mostrare foche incatramate, ghiacci sciolti e tornado. (In Italia ed altre nazioni sovra-auto-popolate, l’aria, lo spazio e l’acqua sono un problema ulteriore).

Ma la base della critica di Georgescu ha minato le fondamenta dell’homo economicus, spingendo l’orizzonte delle scelte ai fratelli lontani o ai figli e nipoti distanti nel tempo.
Georgescu Roegen in The Enthropy Law ha infatti operato, radicalmente e “sovversivamente”, una epistemologia dell’Economia Politica che svela le basi le basi Newtoniano-meccaniciste del pensiero economico accademico ed ufficiale. Un pensiero che ignora sia la relatività di Einstein che la quantistica…

Una dottrina che ignora sia l’infinito che la non-linearità…

La sinistra farebbe bene a capirlo subito!

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