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Archivio per la categoria ‘riflessioni’

In difesa della decrescita

28 Aprile 2011 Nessun commento

Foto | Zbigniew Galucki

Iniziamo con dei brani tratti dagli ultimi numeri di Ecological Economics.

(Kallis – In defence of degrowth 2011)

[…] il problema non è la psicologia individuale degli “avari capitalisti”, ma un sistema che strutturalmente richiede un comportamento avido. La crescita non è una opzione, ma un imperativo derivante dalle istituzioni di base, cui l’uso della proprietà privata è collaterale, il debito, i tassi d’interesse e il credito e la competizione “vivi o muori” delle aziende per il profitto e le quote di mercato (le aziende che mirassero allo “stato stazionario” nei profitti sarebbero eliminate dal mercato dalla concorrenza).

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Petrolio vs. PIL

23 Febbraio 2011 Nessun commento

Un post con tante immagini, per rispondere a LA domanda: quanto dipendiamo dal petrolio?

Dipende dalla correlazione tra ricchezza prodotta e consumi di petrolio.

Di seguito, i grafici con la correlazione tra la variazione del PIL reale (di anno in anno, “Y-o-Y”) e la variazione dei consumi di petrolio in tonnellate. I dati sono tratti, rispettivamente, da ONU e BP.

Gli USA

L’Italia

Il mondo

La Francia

La Germania

La Spagna

Il Regno Unito

mentre l’India

il Brasile

ed, infine, la Cina

Global growth of primary energy consumption has corresponded fairly closely to the expansion of the world’s economic product: During the twentieth century a roughly 17-fold expansion of annual commercial energy use (from about 22 to approximately 380 EJ) produced a 16-fold increase of annual economic output, from about $2 to $32 trillion in constant 1990 dollars (Maddison, 1995; World Bank, 2001). Vaclav Smil, Energy Transitions.

La caduta del muro mediterraneo

1 Febbraio 2011 Nessun commento

Il movimento di protesta che sta cacciando Mubarack ed ha già esiliato Ben Ali rappresenta la sconfitta di una triplice prospettiva: il radicalismo islamico, le economie dei paesi OCSE e le aristocrazie militari dei paesi islamici. Ognuna funzionale agli altri due. Ovviamente le proteste sono rivolte in primo luogo contro il presidente ed il suo sistema di potere. Egitto e Tunisia, sono infatti stati di polizia, che hanno sistematicamente imprigionato, torturato ed ucciso da 30 anni. Ma vediamo perché la rivoluzione dei gelsomini e l’intifada egiziana rappresentano una sconfitta per Al Qaeda, per la strategia economica dei paesi ricchi  ed per l’apparato militare-nazionalista (onnipresente nel terzo mondo, ma particolarmente repressivo nei paesi islamici).
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205.000.000 di disoccupati nel mondo nel 2010

25 Gennaio 2011 Nessun commento

Secondo l’ILO, nel 2010 si contano 205 milioni di disoccupati nel mondo.

Nonostante una forte ripresa della crescita economica per molti paesi, la disoccupazione globale è sostanzialmente invariata rispetto al 2009, e conta 27,6 milioni in più rispetto al dato pre-crisi del 2007. L’Ilo prevede un tasso globale di disoccupazione del 6,1 per cento, pari a 203,3 milioni disoccupati, nel 2011.

Il rapporto mostra che il 55% di aumento della disoccupazione mondiale tra il 2007 e il 2010 si è verificato nelle economie sviluppate e nell’Unione Europea, mentre la regione rappresenta solo il 15 per cento della forza lavoro mondiale. In molte economie in via di sviluppo, come il Brasile, Kazakistan, Sri Lanka, Thailandia e Uruguay, tassi di disoccupazione sono effettivamente diminuiti rispetto ai livelli pre-crisi.

A livello globale, si stimano 1.530 milioni di lavoratori precari (“vulnerable employment”) nel 2009, corrispondente ad un tasso di occupazione vulnerabile del 50,1%. L’incidenza del lavoro vulnerabile è rimasta invariata dal 2008, in netto contrasto con la costante e significativa diminuzione media degli anni precedenti la crisi.

Il rapporto rileva inoltre ci sono state 630 milioni di lavoratori (20,7 per cento di tutti i lavoratori del mondo) che vivono (con le loro famiglie) con 1,25 dollari al giorno nel 2009. Ciò corrisponde ad ulteriori 40 milioni di lavoratori poveri, 1,6 punti percentuali superiore a quanto previsto sulla base delle tendenze pre-crisi.

8 anni fa se ne contavano 180 milioni, come dicevo alla Radio Vaticana (Sigh!)

Le criticità italiane relative ad energia e infrastrutture

19 Gennaio 2011 Nessun commento

Mi permetto,

presento una analisi delle criticità italiane relative ad energia e infrastrutture. Ambiti vasti e complessi, per i quali le criticità italiane possono presentarsi sia sotto forma di “gap” rispetto agli altri paesi, che di debolezza dovuta alla disomogeneità interna al paese.

Le infrastrutture, come il sistema energetico, sono quasi sempre il risultato di importanti investimenti pubblici: lo Stato investe nella realizzazione di grandi opere come strade, treni, poste, reti di acqua e gas e, almeno inizialmente, li gestisce. Queste opere, oltre ad assicurare la crescita economica e l’integrazione della popolazione sul territorio,  garantiscono, più in generale, un consenso.

Nel corso del tempo, i servizi associati alle infrastrutture hanno assunto un peso crescente nel paniere del consumatore italiano, rispecchiando l’evoluzione socio-economica del paese ed un generale miglioramento della qualità della vita. I servizi legati ad energia e trasporti ben rappresentano il progressivo affrancamento da un’economia “di necessità”, dove i consumi sono rappresentati in gran parte dalla spesa per i prodotti alimentari e l’abitazione.

Diverse sono le preoccupazioni circa la competitività del nostro sistema Paese. Tuttavia, quasi sempre viene evidenziato come, oltre all’inefficienza della burocrazia, siano la debolezza delle infrastrutture di trasporto ed i costi dell’energia a costituire gli  elementi che maggiormente scoraggiano gli imprenditori e le imprese ad investire in Italia.

Il documento (pdf 33 pag.) Energia e infrastrutture revisited

La correlazione tra il differenziale offerta-domanda e il prezzo del petrolio

17 Gennaio 2011 Nessun commento

La vita è cambiamento. Se smetti di cambiare smetti di vivere. R. Haak

Buon nuovo anno.

Tra le variabili comunemente usate per spiegare il prezzo del petrolio si trovano la capacità produttiva inutilizzata (spare production capacity) e le riserve strategiche dei paesi consumatori. Quando la capacità produttiva diminuisce i prezzi aumentano; attualmente, secondo gli esperti, i paesi che dispongono di capacità inutilizzata sono l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi ed il Kuwait.

Il grafico in basso racchiude un’analisi storica del prezzo nominale del petrolio  (Saudi Arabian Light) rispetto al differenziale assoluto tra la produzione e i consumi mondiali di greggio (Excel files). I dati coprono un periodo lungo di 40 anni (1970-2010) e presentano – come atteso – una correlazione negativa tra il prezzo del barile ed il differenziale offerta – domanda, su base annua.

Dal grafico si evince come, dopo una fase di prezzi bassi (< 10$/barile) ed eccesso di offerta nei primi anni 70, si passi ad un periodo (prima metà anni 80) in cui la domanda eccede l’offerta in un regime di prezzi sui 30$/barile. Negli anni seguenti (1987 – 2002 il prezzo si è mantenuto intorno ai 16/24 $/barile mentre il differenziale offerta – domanda è andato oscillando entro -1,2 e +1,6. Dal 2002 al 2003 il prezzo è passato da 17 a 27$/barile, continuando a crescere negli anni seguenti: 32 nel 2005, 51 nel 2006 e 56$/barile nel 2007.

Nel 2008, come noto, delle tensioni sui mercati finanziari, motivate dalla forte domanda dei paesi emergenti (Cina ed India in primis), hanno prodotto un record assoluto di prezzo; tale situazione ha contribuito alla crisi tuttora in corso. Nell’ultimo biennio, dopo il crollo del prezzo dovuto alla recessione mondiale (40$/barile) si è assistito ad una lenta, ma progressiva, ripresa del prezzo che, dopo essere rimasto entro 75-85$/barile, a dicembre 2010 tocca i 90$/barile.

Per il futuro, secondo gli esperti Goldman Sachs, da maggio 2010, vi è un eccesso di domanda di 900,000 barili al giorno; tale situazione dovrebbe protrarsi al primo semestre del 2011. Insomma, nel prossimo biennio, gli esperti (in finanza) prevedono che il barile di greggio raggiungerà, in media, 100$/barile nel 2011 e 110$/barile nel 2012. Ipotizzando che il deficit permarrà a 0,5 e 1 milione di barili, rispettivamente nel 2011 e 2012, si ottiene l’andamento del grafico. Tutto questo, oltre alle materie prime, rischia di compromettere la ripresa.

Saluti.

Correlazione tra deficit di offerta e prezzo del petrolio

AGGIORNAMENTO 24 gennaio 2010

Goldman prevede una fase di rialzi a causa del calo della capacità inutilizzata OPEC.

L’OdR àugure per il 2011

24 Dicembre 2010 Nessun commento

Nel senso etimologico di interprete della volontà divina l’àugure tenta la lettura dei segnali del cielo. I fulmini per gli Etruschi, il volo degli uccelli nel caso dei Romani. Come ben segnala la voce Wikipedia inglese,

l’àugure non predice quale linea di azione dovrebbe essere presa ma, attraverso il suo augurio, trova indicazioni sull’opportunità o meno se decisioni già prese incontrino, o meno, il favore divino e se si debba procedere.

Quindi dai segnali/dati statistici nell’aria negli ultimi mesi, Romolo-àugure augura/interpreta:

il barile di petrolio si dirige verso i 100 dollari al barile, favorito dalla ripresa delle economie emergenti – BRIICS in primis – il picco è in atto;

le auto vendute sono sempre meno in Europa e USA, dato che il costo diviene sempre più insostenibile nei centri urbani: il settore vive una stagione critica;

il giovane  italiano è DISOCCUPATO (prob. 40%) e le possibilità di trovare un impiego scarseggiano.

L’economia rischia di stabilizzarsi su un livello inferiore a quello pre-crisi: meno PIL e meno impiego.

Nonostante questo auguro a tutti Buone Feste e una (più graduale possibile) riconversione dell’economia. Con meno petrolio, meno auto e più agricoltura, più bici e più tram e treni (vedi).

Un abbraccio

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I prezzi di metalli e alimentari e petrolio a quota 100

15 Dicembre 2010 Nessun commento

Le quotazioni delle materie prime sui mercati finanziari internazionali hanno subito dei forti rialzi nelle ultime settimane e questi aumenti sono ancor più preoccupanti nel presente periodo di crisi nera, poiché i prezzi delle commodities anticipano sempre – in misura diversa – i prezzi al consumo.

Nel caso degli alimentari, la variazione rispetto al mese di ottobre 2009  evidenzia la forte crescita dell’ultimo anno: i cereali crescono tra il 62% (Avena) e il 57% (Granoturco), mentre nel caso degli oli i rincari sono compresi tra il 54% (Olio di palma) e il 40% (Olio di arachide); in evidenza anche il caffè, in aumento del 50% rispetto allo scorso anno.

Variazioni dei prezzi di alcuni beni alimentari
(ott-2010/ott-2009)

Veniamo ora alle quotazioni dei metalli, particolarmente significative per l’economia mondiale poiché diffuse in molte applicazioni.

Il Rame è un elemento essenziale per produrre cavi, materiale elettrico e componenti elettronici, è usato nelle costruzioni (coperture e grondaie) ed in agricoltura; l’Alluminio, sia in termini di quantità che di valore, oltrepassa quello di tutti gli altri metalli (ad eccezione del ferro) ed entra in larga parte dei settori dell’economia; il Nickel è ampiamente utilizzato nella produzione di leghe (con Acciaio inossidabile, Rame, Piombo e Argento) e nella produzione di batterie ricaricabili; lo Zinco è il quarto metallo più comune nell’uso tecnologico dopo ferro, alluminio e rame, per tonnellate di metallo prodotto annualmente; infine, il Piombo è presente nelle batterie dei nostri veicoli (auto e moto), nell’ottone, in tutte le saldature e come guaina nei cavi elettrici ad alta tensione.

Per le ragioni sopra esposte, i rincari dei prezzi internazionali dei metalli, rischiano seriamente di impattare sui costi di produzione di importanti settori industriali nei prossimi mesi.

Nel grafico seguente si evidenziano gli aumenti significativi di Rame (40%), Alluminio (35%), Nickel (31%) e Zinco (22%); più contenuti quelli di Piombo, Acciaio e dei Minerali di Zinco.

Variazioni dei prezzi internazionali dei metalli
(ott-2010/ott-2009)


A questi dati vanno – naturalmente – aggiunti i carburanti; secondo gli insiders di Goldman Sachs, da maggio 2010, vi è un eccesso di domanda di 900,000 barili al giorno e tale situazione dovrebbe protrarsi per tutto il primo semestre del 2011.

Nel biennio 2011-2012, gli esperti prevedono che il barile di greggio raggiungerà, in media, i 100$/barile nel 2011 e i 110$/barile nel 2012.

Di seguito presentiamo domanda, offerta e prezzo del petrolio dal 1970, con incorporate le previsioni sul prezzo per il prossimo biennio.

Aggiornamento/approfondimento

La tempesta perfetta? Arriverà per un tozzo di pane.

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Il crollo delle città (e la rinascita possibile)

20 Ottobre 2010 Nessun commento

Foto | Flavio Petrini

Finalmente e riflettendo la realtà Ecosistema urbano abbassa le grandi città nel ranking di sostenibilità (vedi Repubblica ed Ecoblog). La tabella presenta i crolli di Roma (-13 posizioni), Milano (-17), Palermo (-11). Prima grande è Genova, 32a, che scende di 10 posizioni.

Conoscendo le variabili che determinano la sostenibilità (PM-10, Acqua potabile, Perdite rete idrica, Capacità di depurazione, Produzione di rifiuti, Raccolta differenziata, Trasporto pubblico, Tasso di motorizzazione, Isole pedonali, Zone a traffico limitato, Piste ciclabili, Verde urbano, Consumi di carburanti, Consumi elettrici domestici, Politiche energetiche), chi negherebbe che le grandi città italiane sono dei mostri ambientali.

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Le origini biologiche del berlusconismo

26 Agosto 2010 Nessun commento

Foto | Mario Stradotto

Dall’animo delle persone dimentiche e insensate i fatti dileguano insieme col passare del tempo; per cui, non ritenendo né conservando nulla di essi, sono sempre, sono sempre vuoti di beni e pieni di speranze, e guardano verso il futuro, perdendo il presente.

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L’energia spiegata

16 Luglio 2010 1 commento

Ho elaborato un breve (83 pag.) testo intitolato:

L’energia, un problema ambientale, una risorsa economica ed un determinante sociale

è (+ o -) il succo di 20 anni di lezioni, riflessioni, nozioni, incontri, incubi e utopie che mi piace condividere.

Buona lettura.
GF

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Il masterplan per Roma di Jeremy Rifkin parte 2

6 Giugno 2010 1 commento

Foto| rosu s Mircea

Ho letto il Masterplan per Roma di Jeremy Rifkin Rifkin_MasterPlan_definitivo (pdf 140 pag.), realizzato con i contributi della sua fondazione, dell’Hydrogen University, dal Coordinatore energetico per Roma ed altri esperti: una delusione.

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Le vie della seta, il muro della gomma e l’immaginazione

30 Aprile 2010 Nessun commento

Foto | Susanna Balzarro

L’articolo Le nuove vie della seta. Di ferro. di Vincenzo Comito su Sbilanciamoci parla dei progetti ferroviari tra Cina ed Europa, fornendo utili informazioni ed elementi di riflessione in merito alla drammatica situazione italiana.

Sposto, dunque, l’attenzione al livello nazionale (e locale): la cosa più temuta nel progettare i necessari ed inevitabili cambiamenti del settore dei trasporti italiano è l’occupazione nell’autotrasporto.

Come affrontare la transizione al ferro e togliere i finanziamenti ai padroncini?

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Petrolio perche…

L’uomo è dove sta il cuore non il corpo. Mahatma Gandhi

Chi si conosce, conosce anche gli altri, poiché ogni uomo porta la forma intera della condizione umana. Michel de Montaigne

Chi dorme con i cani si sveglia con le pulci. Proverbio Francese

In questo blog si tenta di aumentare la consapevolezza dell’insostenibilità del sistema economico attuale, imperialista e sprecone (di risorse minerali, naturali e vite umane).

Proponendo alcune soluzioni.

Ma anche evidenziando alcune criticità scomode, che il sistema stesso non vuole correggere. Per perpetuarsi.

Nel caso del prezzo della benzina (e del diesel) sta crescendo l’allarme. E’ una vecchia storia, ne avevo parlato in Picco dei prezzi o delle quantità.

Vi propongo ora un breve testo con un modello del prezzo dei carburanti:

Carburanti e petrolio 2010

spero spieghi qualcosa…

Altre news

9 anni di vita in meno per l’inquinamento

da Ecoalfabeta (vedi anche Le nanoparticelle uccidono, Le particelle ultrasottili sono la chiave per il monitoraggio corretto dell’aria, Nanoparticelle da 0,18 micron: i topi si ammalano di smog)

Peak asphalt – the return of gravel roads

(Il picco dell’asfalto – il ritorno delle strade sterrate), di Ugo Bardi da The Oil Drum Europe.

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Il sogno

22 Febbraio 2010 Nessun commento

L’abitudine è figlia della pigrizia e madre della costanza M.J.de Larra

Questi tre riferimenti si riferiscono a tre diverse dimensioni. Lo spazio, la velocità e come fare soldi. O meglio:

1) l’organizzazione dello spazio (architettura ed urbanistica);

2) lo spazio-tempo della mobilità (e relativa sostenibilità) dettato dal bene/male primario di oggi: l’auto

3) l’agire dell’uomo nello spazio-tempo: il comportamento economico (e relative teorie/dottrine/ideologie/guerre).

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