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Petrolio – comparando previsioni e spulciando nell’ottimismo dell’AIE

Si può formulare la regola che quanto più l’esercizio del potere è antico, tanto più apparirà benevolo, mentre quanto più recente ne è l’assunzione, tanto più apparirà innaturale e perfino pericoloso. John Kenneth Galbraith

Ora che aspettiamo le dimissioni di B. dopo quelle dello zio di Ruby e dell’altro ladrone Ben-Ali, vi propongo un grafico, che non invita a festeggiare. Lo so.

Il grafico è tratto da Oil futures: A comparison of global supply forecasts
riassume le principali previsioni relative alla produzione mondiale di petrolio al 2030.

E’ importante notare che (solo) 5 su 13 prevedono un picco prima del 2030.

Tutti gli altri ritengono che i nuovi giacimenti da sviluppare (off-shore, ultra profondi, sabbie bituminose) più che compenseranno il calo di quelli già sulla via del tramonto. E sono tanti e grossi.

Le 13 previsioni

Ma ancora più importante è l’articolo  Future oil supply: The changing stance of the International Energy Agency dove vengono fatte le pulci alle motivazioni del rinnovato ottimismo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. Nel WEO 2008, l’AIE scriveva:

Al trend attuale, nel 2030, solo per rimpiazzare le riserve di petrolio esaurite e per soddisfare la crescita della domanda, avremo bisogno di 64 mb/g di nuova capacità di produzione di petrolio, sei volte la capacità attuale dell’Arabia Saudita.

Nel WEO 2009, con ottimismo ritrovato, l’Agenzia prevede un aumento costante della produzione di petrolio, da circa 83 mb/d nel 2008, a 87 mb/d nel 2015, e 103,8 mb/g nel 2030. Un aumento proveniente dai paesi OPEC: da 36 mbg nel 2008 a 54 mbg nel 2030. Continuando così:

In linea di principio, le riserve recuperabili dell’OPEC sono abbastanza grandi ed hanno costi di sviluppo sufficientemente bassi per aumentare la produzione più velocemente, ma si presume che gli investimenti siano limitati da diversi fattori, comprese politiche conservatrici per limitarne l’esaurimento.

3 elementi dubbi motivano il ritorno dell’ottimismo:

  • L’IEA ha ridotto la stima del declino annuo dei pozzi che producono petrolio convenzionale da 3.5-3.7 mbg (stimati nel Medium Term Oil & Gas Markets 2009) a 3.1 mbg (Medium Term Oil & Gas Markets 2010);
  • I miglioramenti di efficienza nell’uso del petrolio sono passati dal 2% al 3% l’anno (ogni € di Pil mondiale richiede il 3% meno di petrolio ogni anno da qui al 2030);
  • Iraq, Brasile e le sabbie bituminose del Canada, faranno miracoli.

IEA Scenario al 2030

Insomma, ulteriori conferme che nel confronto Uppsala vs. IEA i più credibili sono i primi.

Aggiornamento

I futures sul petrolio a Londra potrebbero salire a 142 dollari al barile, rasentando il record assoluto, qualora gli stessi futures chiudessero sopra il un livello di Fibonacci di 104,98 dollari, secondo un’analisi di PVM Oil Ltd.
Associates Ltd. Via Bloomberg.

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