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Amica luna…

Amica luna, mi dico, ciottolo d’oro sul fondo del tuo sogno, con occhi indolenziti dall’insonnia, amica luna, mi dico, ma chi ascolterà questa canzone. E poi in fondo perché cantare, nel cavo delle mani racchiudo il vento conosce molte vele, conosce molti addii, non c’è il minimo interesse, se ho bisogno di una sigaretta la chiederò al mio amico medico. Gli amici, sai, sono sempre più rari, diventano avvocati, medici, professori, un giorno ti sorprendi, non fanno che parlare di macchine, di viaggi in Europa, non c’è niente di male, è soltanto un fatto nuovo, insolito. Un giorno ti sorprendi, guardi negli occhi di una donna, di una donna qualunque, ti ripeti piano vecchi motivi, “Me ne andrò l’inverno, ricurvo un pò sulla sinistra per il peso del tuo amore”, ti ricordi di quanto ti è mancato il suo cuore gemello, incidi versi, ti ripeti piano vecchi motivi, “Mio cipresso sottile, ti sogno da tre notti” Qualche volta prova disgusto di tutto questo, non sprofondare la tua vita in tanti dettagli. Di nuovo torna la luna, è amica – mi dico – e piena di ricordi, calmi annottati colli natii, nel palmo della pioggia isole asciutte di grilli, voci della notte fin giù al fiume con i platani e l’affaccendarsi delle rane. Se una volta esisterai fecondando il ventre che ti ho preparato, avrai canneti per molte gioie, avrai gli occhi che ti prometto e un cuore che mi inonderà col suo sangue. Michalis Ganàs, “La Grecia, sai…” Donzelli poesia

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