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Il secolo delle radici

Oil_Ambassador

Originale in Inglese.

di a.m. Samsam Bakhtiari
(Aprile 2007)

Il ventunesimo secolo è ancora giovane, rimanendo ancora novantatrè anni. Potrebbe quindi sembrare pretenzioso affermare che l’evento del secolo è già passato. Ma sarà felice di assumermene la responsabilità; poiché credo fermamente che il picco della produzione globale di petrolio greggio – comunemente denominato Peak Oil – sia già avvenuto nel 2006 [1] e sarà “L’evento” destinato a dominare la storia del ventunesimo secolo: uno dei quei “Storici Punti di Flessione” [2] che cambiano bruscamente le basi” nel corso della storia del mondo. Non posso prevedere nessun altro “evento” che possa offuscare il Picco del Petrolio. Persino le guerre mondiali che potrebbero scatenarsi in seguito al picco, alimentate dalla penuria generalizzata di risorse. Naturalmente, a meno che l’umanità non decida un suicidio collettivo con l’uso massiccio delle armi di distruzione di massa; ma un tale “evento” significherebbe scrivere la parola “fine” per la maggior parte, se non tutto, il genere umano.

Dopo quasi 147 anni di sviluppo ininterrotto dell’offerta, fino al record di circa 81-82 milioni di barili al giorno [mb/d] dell’estate 2006, la produzione di greggio ha iniziato un irreversibile declino. Questa inversione eccezionale altera l’equazione della disponibilità di energia su cui è basata la vita sul nostro pianeta. Crescerà la pressione sull’uso delle fonti alternative di energia – gas naturale, carbone, energia nucleare e le rinnovabili, in particolare i biocombustibili. In ultima analisi, riguarderà tutto quello che si muove sotto il sole.

Prendiamo, ad esempio, la popolazione. Nell’era Post Peak, la crescita della popolazione diminuirà gradualmente prima di ristagnare (come il greggio) e superare il “suo” picco – le mie proiezioni precedenti mostrano un picco della popolazione intorno al 2025 (un ritardo di 25 anni rispetto al petrolio) a un livello globale di circa il 7.5 – 8.0 miliardi di persone. Non c’è dubbio che il petrolio sia il “Master Domino”? del mondo: quando prospera tutto altri “Signori” fioriscono e quando crolla porta con se tutti gli altri. E’ quindi interessante notare che il Picco del Petrolio non introduce una rivoluzione, ma piuttosto uno sviluppo “a contrario”: una involuzione.

Tuttavia, poiché il Picco del Petrolio appartiene al passato, dobbiamo ora affrontare l’era del dopo-picco. Non c’è dubbio che in questa nuova fase dei cambiamenti massicci siano imminenti. L’uso di petrolio greggio relativamente poco costoso ha invaso ogni minimo anfratto dell’economia mondiale è con qualche eccezione. Inoltre, l’onnipresenza dei prodotti petroliferi ha generato delle dipendenze (in particolare nel settore dei trasporti) che saranno estremamente difficili da sradicare. E non si tratta solo della dipendenza dalle automobili nel mondo sviluppato, ma in Cina, Russia e perfino in India: uno sviluppo molto pericoloso poiché, come il fisico e poeta Americano Oliver Wendell Holmes (1809-1894) ha scritto:

Le menti degli uomini, una volta convinti da una nuova idea, non ritrovano più la dimensione originale “ [3]

Non sono solo le dipendenze che rendono minaccioso il declino del petrolio, ma quello che Thomas Carlyle (1795-1881), un genio che si mise a fare lo storico, ha chiamato il Sistema delle Abitudini – il tessuto che sostiene le società:

Senza un Sistema di abitudini – in una parola, modi fissi di comportarsi e di credere – La società non esisterebbe affatto. Con queste esiste, nel bene o nel male. E esattamente in questo “Sistema di Abitudini” che si trova il Codice costituzionale di una Società ” [4]

Nel “Post-Picco” tutti i nostri Sistemi di Abitudini sono in pericolo mortale. A causa del petrolio a buon mercato (rispetto ad altri, più costosi, bisogni quotidiani), la gente non capisce il ruolo-chiave svolto dai suoi derivati nelle loro prassi quotidiane – come questi prodotti hanno invaso ogni aspetto della nostra vita. E’ soltanto quando i freni saranno tirati (poiché dovranno inevitabilmente esserlo), che il grande pubblico si renderà gradualmente conto della cruciale importanza dell’oro nero è che attualmente fornisce i due quinti dell’energia del mondo – e dell’energia in generale, nelle loro abitudini.

Quindi, attualmente, la massa sembra completamente impreparata per le scosse che inevitabilmente si presenteranno nel “Post-Picco”. Da un lato, non c’è nessuna istituzione o mezzo di informazione disposto ad informarla seriamente sulle spiacevoli conseguenze al Post-Picco; d’altro canto, le istituzioni specializzate (quali Agenzia Internazionale dell’energia [IEA], l’Energy Information Administration [EIA] e l’OPEC) come pure le principali società di consulenza sull’energia (quali l’Energy Research Associates di Cambridge e la Wood-Mackenzie di Edinburgo continueranno negare il Picco del Petrolio pubblicando le ottimistiche previsioni per la l’offerta di petrolio.

In questo modo, gli shock saranno inevitabili su scala globale, poiché non rimane tempo per preparare l’opinione pubblica per le conseguenze del Post-Picco. Le scosse inizialmente sorprenderanno e poi falceranno grandi quantità di persone. Quelli meglio preparati saranno meno propensi a reagire disordinatamente ed a lasciarsi prendere dal panico quando la terribile verità sarà rivelata.

Secondo la mia personale ricerca, il paese meglio preparato per far fronte alle scosse del Post-Picco sembra essere l’Australia, dove tre importanti istituzioni hanno iniziato un’attività di informazione rivolta al grande pubblico:

A. L’Australian Broadcasting Corporation [ABC] – in TV e sulle radio – ha trasmesso dei programmi sul Picco del Petrolio (tentando di rimanere imparziale e presentando sia i pro che i contro). Una decisione notevole dell’azienda, che presto potrebbe rivelarsi lungimirante.

B. Il Senato Australiano ha pubblicato un “Libro Bianco” sul tema e un gruppo di ministri, politici illuminati ed esperti regionali (a volte riuniti in comitati ad-hoc) tenta la diffusione del “paradigma del Picco del Petrolio” nel grande pubblico (la medaglia di oro va nettamente ai Ministri del Governo dell’Australia Occidentale).

C. Le ONG locali, attive dal 2003-2004 nella presa di coscienza sull’imminente Picco, hanno fatto dei progressi giganteschi per preparare i loro sostenitori agli shock futuri.

Ma, nella grande maggioranza dei paesi, nessuno ha preparato (o ha desiderato preparare) il grande pubblico allo storico evento ed alle relative conseguenze nella vita quotidiana. Quindi, probabilmente, le masse popolari saranno esposte direttamente a due shocks:

1. Una scossa materiale;
2. Una scossa psicologica.

Grazie alla tendenza benigna del declino nella produzione del petrolio greggio durante la prima fase del declino – un’eccedenza di solo 3 mb/d durante il primo periodo di transizione che va dal 2007 al 2010 – la scossa materiale (Material Shock) non produrrà problemi insolubili e delle soluzioni saranno possibili con sofferenze minime e graduali. Inoltre, misurabili quantità di sprechi nella maggior parte dei paesi sviluppati forniranno un ammortizzatore provvidenziale per i tagli iniziali.

Non così per lo shock psicologico. Questa scossa, in netto contrasto, sarà brusca. Lo stress, la paure, la depressione, la disperazione e gli incubi saranno all’ordine del giorno – appena la gente dovrà trovarsi ad affrontare le sgradevoli sfaccettature del Post Picco. Una volta confrontata con questa serie di incognite, con il trauma del cambiamento, la gente proverà automaticamente a proteggersi tornando al passato, al conosciuto, a quello che credono essere “vero e reale” – in una parola, alle loro rassicuranti “Radici”.

Definisco il concetto generale di “Radici” come una miscela di tradizioni, lingue, arti, rappresentazioni, monumenti, accademie, musei, istituzioni, religioni, dottrine religiose, leggende e miti – e Dio solo sa come i miti siano sempre infinitamente più attraenti della realtà. Le “radici” possono descriversi come:

Eccellenze del Passato che hanno sostenuto la Prova del Tempo

 

Ogni società vivente sulla Terra – sia essa una Comunità, una città, una regione, un paese o un continente – ha il suo insieme di “Radici”. Alcuni primitivi, alcuni estremamente sviluppati. E’ interessante come ci sia poca relazione fra “Radici” della società” e la condizione attuale “dell’Albero” che esse sostengono e nutrono – le prime sono il passato e questi il presente. Ma, curiosamente, il futuro dipenderà più dal passato che dal presente.

Presto, l’attrazione delle “Radici” si rivelerà irresistibile ed il dolore si spargerà nelle società che non ne hanno, ne hanno poche o le hanno tagliate (per esempio, cambiando la loro lingua o l’alfabeto) ed anche per coloro che non sono riusciti gestire correttamente le loro valide “Radici”nel tempo.

Alcuni, come i Belgi, già hanno cominciato il loro “Storico Ritorno alle Radici” provando a vivere come nel Medio Evo (un periodo glorioso del loro piccolo paese, quando i centri commerciali di Bruges e Anversa dominavano il mondo). Nel Belgio, questo ritorno al passato,

E’ diventato una passione nazionale con i gruppi entusiasti del medioevo come “l’ordine degli Hagelanders” e il “Gentsche Ghesellen” [compagni di Gand] fioriti in questi ultimi due anni ” [5]

In tutto il paese, un numero crescere di belgi sta commerciando in loro jeans con uniformi per armature, sfregano le pietre per fare il fuoco, mangiando i loro pranzi cotti in calderoni, rievocano le eroiche battaglie e, nella vita medioevale, apprezzano il valore di tutto.

In Europa, il Belgio è soltanto la parte superiore dell’iceberg. Presto molti altri seguiranno – la Francia, la Germania, la Spagna e l’Italia. Particolarmente l’Italia che è sicuramente “Numero Uno” nel mondo (e di molto) per le sue magnifiche “Radici” è che scendono in profondità in tutti i tempi e campi, con chiese come San Pietro (il Vaticano) e San Francesco (la “Porziuncola” della Basilica di Santa Maria degli Angeli di Basilica, vicino a Assisi) come due fuochi unici ed universali.

Come di consueto, saranno i geni che mostreranno la strada alle loro nazioni verso le “Radici”. E’ logico che gli Uomini Eccellenti indichino dove si trovino le Eccellenze del passato. Come essi riusciranno a farlo (con le principali istituzioni a disposizione) potrebbe risultare di massima importanza per il benessere futuro delle loro società.

Concludiamo con il verdetto pronunciato da uno dei massimi geni del ventesimo secolo, il pensatore francese André Malraux (1901-1976), che rende il migliore omaggio possibile alle “Radici” quando dice che:

Il solo mondo che valga la pena di salvare è il mondo delle statue

RIFERIMENTI

[1] Vedi ‘Peak Oil: The End of The Modeling Phase‘ (March 2007)
www.samsambakhtiari.com
[2] L’idea viene dall’espressione ‘Strategic Inflection Point’ coniata da Andrew Grove, ex AD della ‘Intel’ CEO (1987-1998) – nel suo libro intitolato “Only the Paranoid Survive” (Doubleday, 1996).
Citando: “A Strategic Inflection Point is defined as: a time in the life of a business when its fundamentals are about to change”
[3] Wikipedia – Oliver Wendell Holmes, Sr.
[4] Thomas Carlyle, “The French Revolution“, (New York, The Modern
Library, 2002) p.33.
[5] Dan Bilefsky, “Pining for power, modern Belgians return to the
Middle Ages
“, in the ‘International Herald Tribune’, April 3, 2007.

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