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Archivio per Novembre 2007

8 novembre 2007

8 Novembre 2007 Nessun commento

Illy

Il Bar-Illy nel container, da thecoolhunter

Il picco del petrolio (non) spiegato da Washington Post. The Peak Oil Crisis: The Washington Post tries to explain oil prices, da Energybulletin

Pitagora, il nuovo impianto solare termodinamico, da Professor Echos

La sfida del litio: Ricardo and QinetiQ Begin Project to Demonstrate Low-Cost Li-Ion Technology for Hybrid Vehicles, da greencarcongress

A Hydrogen Economy reality Check, da newenergyandfuel

I danni del diesel. Diesel Exhaust Associated with Higher Heart Attack, Stroke Risk in Men, da greencarcongress

Lo sguardo ti fa bello. Direct gaze makes you more attractive, da physorg

La Ni?a Persists, da physorg

Inizia il progetto Driveway della General Motors, Project Driveway Pulls Out Slowly, da hydrogencarsnow

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Picco, Oh! Picco…tra il dire ed il fare

7 Novembre 2007 6 commenti

Nubia_1963

Tutto pare coincidere:

– il report Crude Oil The Supply Outlook del 22 ottobre sulle quantità prodotte in diminuzione (a conferma delle previsioni di Campbell e Bernabé del 1998);

i prezzi che si infiammano (100 $/barile per l’Indonesiano Tapis, 95 il Brent);

– il capo economista dell’IEA, Faith Birol, che afferma: “Mi dispiace dirlo ma andiamo incontro a dei tempi difficili. Molti obiettivi sono stati prefissati ma poco è stato fatto. There is a lot of talk and no action“…ed il World Energy Outlook 2007 (con approfondimenti su Cina ed India) che spiega e non risolve il pessimismo di fondo.

– i dai dell’EIA che confermano la stabilizzazione della produzione mondiale;

Vediamo un po di dati:

La produzione mondiale annuale dal 1997:
Produzione_annuale

…ed i prezzi in dollari ed euro al litro dal 2003:

Brent_Prezzi�$

Siamo davvero sicuri che il problema sia il riscaldamento globale?

Voci di vendita da Ballard a Mercedes

7 Novembre 2007 Nessun commento

In questi giorni corrono delle voci di contatti tra Ballard e i costruttori automobilistici suoi partner (Ford detiene 11,2% e Daimler il 18.7%). Le ragioni fondamentali sarebbero i lunghi tempi di commercializzazione e gli alti costi di sviluppo (comunicato).

Per chi ha conosciuto gli sviluppi di Ballard dagli anni 90 la notizia è fonte di preoccupazione: Ballard è la ditta produttrice di celle a combustibile polimeriche, avendo iniziato lo sviluppo delle PEMFC ricomprando dei vecchi brevetti della General Electric che hanno portato a conseguire dei progressi stupecacenti. Le celle di Ballard hanno veramente portato la vecchia tecnologia delle “batterie a gas” di Grove a candidarsi per cambiare la mobilità su strada.

Sulla storia dell’avventura di Geoffrey Ballard e dei suoi collaboratori vedi il libro:

Powering the Future: The Ballard Fuel Cell and the Race to Change the World, di Tom Knoppel.

In ogni caso concordo con la nota di M.W. su Autobloggreen : “Le ragioni invocate da Ballard sono “i lunghi tempi dei progetti di commercializzazione e gli alti costi di sviluppo”; una frase del genere detta da una ditta di fuel cell significa la fine dei politici che restano di fronte ad auto a fuel cell a parlare di un futuro ad idrogeno. Solo perche Ballard vende l’attività automotive ad una compagnia più grande non significa che le fuel cell siano (economicamente) insostenibili. (Sarebbe il caso se non trovassero un compratore).

E’ più probabile che Ballard, avendo capitali limitati, e non può espandersi su un mercato particolare (auto) troppo lento per avere redditività commerciale. La vendita dell’automotive dimostra semplicemente che Ballard no può giustificare oltre attività di sviluppo sulla base del business model applicato, ma non significa che un grande costruttore di automobili (che ha interessi personali nella sostenibilità di lungo periodo dell’industria dei trasporti) non sia in grado di giustificare la continuazione degli investimenti:

“For better or for worse, this is move means relatively little or nothing for the future of cars and fuel cells”.

Per approfondimenti sui sistemi PEMFC, vedi Tesi.

Cani ed orsi polari

6 Novembre 2007 4 commenti

No impact Man riporta questa sequenza scattata nel Nord del Canada.

Il fotografo Norbert Rosing stava facendo alcune foto tramonto di un gruppo di cani da slitta vicino a Churchill, Manitoba, nel nord del Canada sulla baia di Hudson, quando dal palco di sinistra giunge un orso polare di 500 chili.

Polar1

Il proprietario dei cani immagina di stare lì lì per perderli. Tuttavia, i cani non ringhiano, ma si accucciano ed abbaiano agitando la coda, come per giocare.

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